“Nel 1857 è comparsa la quinta edizione di un libro adoperato all'università: Notions élémentairesde grammaire comparée, pour servir à l'étude des trois langues classiques, rédigé sur l'invitation du ministre de l'lnstruction publique, par Egger, membre de l'lnstitut, eccetera. E, invero – credite posteri! [Orazio, Carmina, 11, 19, 21 - la terza lingua classica di cui si parla è… la francese. Dunque questo miserrimo gergo romanzo, questa pessima mutilazione di parole latine, questa lingua che dovrebbe guardare con profondo rispetto alla sua più antica e assai più nobile sorella, l'italiano, questa lingua che ha come esclusiva peculiarità il disgustoso suono nasale, en, un, un, come pure il singhiozzante accento così indicibilmente ripugnante sull'ultima sillaba, mentre tutte le altre lingue hanno la penultima lunga, che produce un effetto così delicato e pacato, questa lingua, nella quale non esiste metro ma soltanto la rima, per lo più in é o on, costituisce la forma della poesia: questa lingua meschina viene qui posta come langue classique accanto al greco e al latino! Invoco il biasimo dell'Europa tutta per umiliare questi spudoratissimi fanfaroni.”

L'arte di insultare

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

Citazioni simili

“Di tre cose fa il diavolo insalata, | Di lingue d'Avvocati, e delle dite | De' Notari, la terza è riservata.”

Pietro Nelli (1672–1740) pittore italiano morto nel 1740

I, IX
Satire, Peccadigli degli Avvocati
Variante: Di tre cose fa il diavolo insalata,
Di lingue d’Avvocati, e delle dite
De’ Notari, la terza è riservata.
Origine: Citato in Harbottle, p. 288.

Indro Montanelli photo
Battista Guarini photo

“Non bisogna permettere che il gergo prevalga sulla lingua.”

Luigi Pintor (1925–2003) giornalista, scrittore e politico italiano

Uno, cento, mille euri, 25 gennaio 2002
Punto e a capo

Jean Cocteau photo
Carlo Ginzburg photo

“Già in una lettera scritta a Raymond Queneau a Roma, nel 1934, subito dopo aver visitato la mostra sulla rivoluzione fascista, Bataille confessava il fascino esercitato su di lui da quell'esibizione di simboli mortuari, di drappi neri, di teschi, osservando che si trattava nonostante tutto di qualcosa di serio, che non doveva rimanere dominio esclusivo della propaganda fascista. In una conferenza su «Le pouvoir», tenuta al Collège da Bataille il 19 febbraio 1938, in sostituzione di Caillois ammalato, la fascinazione esercitata dalla simbologia fascista si traduceva addirittura nella contrapposizione tra il fascio effigiato in Italia «sur le ventre de toutes les locomotives» e il crocifisso collegato frazerianamente a una «représentation obsessionnelle de la mise à mort du roi». La scure littoria, commentava Bataille, in quanto strumento delle esecuzioni capitali, «est opposé ostensiblement à l'immage du roi supplicié». La stessa atmosfera torbida, intimamente colpevole attrazione per i riti mortuari del nazismo fa da sfondo al romanzo Le blue du ciel, scritto nel 1935 e pubblicato più di vent'anni dopo.”

Carlo Ginzburg (1939) storico, scrittore e saggista italiano

Origine: nota del coautore della voce: essendo stato, tale romanzo, da me letto, presento il fatto che, personalmente, tale atmosfera ed eventuali rapporti d'essa coi riti mortuari del nazismo può essere denotata verso la fine d'esso e non nella sua totalità. Ma questa può pur sempre essere un'impressione personale.
Origine: Miti emblemi spie. Morfologia e storia, p. 230

Glyn Daniel photo

Argomenti correlati