“Per lei [Kien pensando a che testo dare a Therese] non si poteva prendere in considerazione che un romanzo. Non che dai romanzi la mente tragga molto nutrimento. Il piacere che forse essi offrono lo si paga a carissimo prezzo: essi finiscono per guastare anche il carattere più solido. Ci s'abitua ad immedesimarsi in chicchessia. Si prende gusto al continuo mutare delle situazioni. Ci si identifica con i personaggi che piacciono di più. Si arriva a capire qualunque atteggiamento. Ci si lascia guidare docilmente verso le mete altrui e si perdono di vista le proprie. I romanzi sono dei cunei che un autore con la penna in mano insinua nella chiusa personalità dei suoi lettori. Quanto più egli saprà calcolare la forza di penetrazione del cuneo e la resistenza che gli verrà opposta, tanto più ampia sarà la spaccatura che rimarrà nella personalità del lettore. I romanzi dovrebbero essere proibiti dalla legge.”
1981, p. 47
Auto da fé
Argomenti
alcol , piacere , arrivo , atteggiamento , autore , carattere , considerazione , cuneo , essere , forza , gusto , legge , lettore , mano , mente , non-lettore , nutrimento , opposto , paga , penetrazione , penna , perdono , personaggio , prezzo , proibito , resistenza , romanzo , situazione , solido , spaccatura , testo , verso , personalità , tanto , proprio , forse , vistaElias Canetti 197
scrittore, saggista e aforista bulgaro 1905–1994Citazioni simili
Origine: Da Calvino e il «pathos» della distanza, in Città aperta n. 7-8, luglio-agosto 1958, pp. 33-35; ristampato come postfazione a Italo Calvino, Il barone rampante, Mondadori, Milano, 2002. ISBN 978-88-04-37085-7

“Soltanto i personaggi dei romanzi mediocri risolvono i loro problemi.”
In margine a un testo implicito
L'abito di piume, Postscriptum