“Si è detto talora che nel cogito Cartesio attinge l'essere del suo dubbio. Di fatto l'«io penso» è un «io dubito» ed è in questo senso che si può dire che l'«io penso» è essenzialmente volontà. Perché l'atto stesso di dubitare presuppone un soggetto che dubita, di modo che dubitare di questo soggetto è ancora affermarlo. È il celebre rovesciamento: posso dubitare di tutto, ma al momento in cui dubito di tutto, non posso dubitare di dubitare e di conseguenza io penso, e di conseguenza io sono.”
da Lezioni su Descartes, p. 104
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“Più che ragioni per credere, ci sono ragioni per dubitare del dubbio.”
In margine a un testo implicito
“Dubitare di sé stesso è il primo segno dell'intelligenza.”
Origine: Sessanta, XVI