Origine: Da De divisione naturae, III; citato in Gino Ditadi, I filosofi e gli animali, vol. I, Isonomia editrice, Este, 1994, p. 418. ISBN 88-85944-12-4
“L'organo con cui si può vedere Dio è il cuore: la mera ragione non basta; perché l'uomo possa arrivare a percepire Dio, le forze della sua esistenza devono agire insieme. La volontà deve essere pura e già prima dev'esserlo il fondo affettivo dell'anima, che indirizza la ragione e la volontà. "Cuore" indica appunto questo gioco d'insieme delle forze percettive dell'uomo, in cui è in gioco anche il giusto intreccio di corpo e anima, che appartiene alla totalità della creatura chiamata "uomo". La fondamentale disposizione affettiva dell'uomo dipende proprio anche da questa unità di anima e corpo e dal presupposto che egli accetti insieme il suo essere corpo e il suo essere spirito; che sottometta il corpo alla disciplina dello spirito, senza però isolare la ragione o la volontà ma, accettando se stesso da Dio, riconosca e viva anche la corporaità dell'esistenza come ricchezza per lo spirito. Il cuore – la totalità dell'uomo deve essere pura, intimamente aperta e libera perché l'uomo possa vedere Dio.”
Origine: Gesù di Nazareth, p. 118
Argomenti
dio , appunto , chiamata , corpo , creatura , cuore , disciplina , disposizione , esistenza , essere , fondo , gioco , giusto , indice , indirizzo , insieme , intreccio , organo , presupposto , ragione , ricchezza , spirito , stesso , uomo , vivaio , totalità , volontà , prima , anima , proprio , accetta , aperto , libero , unitàPapa Benedetto XVI 302
265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica 1927Citazioni simili
Origine: Gesù di Nazareth, p. 121
XI.19
Liber ad milites templi. De laude novae militiae
dal Discorso agli iscritti alla Federazione francese dei sindacati cristiani, 18 settembre 1938
“Dio ci dà e Dio ci toglie, e l'uomo non può opporsi alla volontà della Provvidenza!”
Origine: La straniera, p. 63
Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 1, Perché proprio Kant? Ovvero: il fascino discreto della ragione pura, p. 22