“Lucrezio, Diodoro di Sicilia, Strabone, e Vitruvio ci han lasciato memorie, che questo Monte avesse antichissimamente brugiato; ma non restava quasi degli antichi Incendj alcuna ricordanza agli abitatori ivi presso, i quali vivevano nella maggior sicurezza, e fra gli altri quelli della Città Erculea, e Pompei: ma a' 24 d'Agosto dell'anno 79 dell'era volgare sotto l'Impero di Tito impensatamente aprissi il Vesuvio, e buttando gran copia di fiamme, ceneri, e sassi, distrusse le due enunciate Città, uccise gran numero di persone, e tra queste vi fu il celebre Plinio, il quale trovandosi nel Porto di Miseno colla sua Armata Navale, vi accorse con un Bireme, per osservar più da presso il fenomeno, e vi rimase soffocato; come rilevasi da due lettere dell'altro Plinio di lui nipote scritte a Cornelio Tacito, che gli avea di ciò chiesto conto, per registrarlo nella sua Storia, le quali sono la decimasesta, e vigesima del libro stesso.”

Descrizione della città di Napoli

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Mercoledì 18 febbraio
Prima dell'alba siamo passati tra Capri e il Continente e siamo entrati nel Golfo di Napoli. Ero sul ponte. L'indistinta massa del Vesuvio fu presto in vista. L'ho riconosciuta da un quadro (della mamma?). Ben presto ho «sentito» la città. Luci brillanti. Siamo stati trattenuti a bordo fino alle nove dalla polizia che se la prende con comodo. Con alcuni altri sono sceso all'Hotel de Geneve. Colpito dalla prima apparizione di Napoli. Grandi folle, strade belle, edifici alti. A colazione Rhinelander e Friedman han detto che sarebbero andati a Pompei. Mi sono unito a loro, le ferrovie sono dovunque le stesse. Siamo passati attraverso Portici, Resina, Torre del Greco. Pompei è uguale ad ogni altra città. La stessa antica umanità. Che si sia vivi o morti non fa differenza. Pompei è un sermone incoraggiante. Amo più Pompei che Parigi. C'erano delle guardie silenziose come il Mar Morto. Al Vesuvio a dorso di cavallo. Vigneti sulle pendici. Arrampicata sulle ceneri. Aggrappato alla guida. Discussione. Il vecchio cratere di Pompei. Il cratere attuale è come una vecchia miniera abbandonata. L'uomo che brucia. Rosso e giallo. Tuoneggiante. Boati. Una lingua di fuoco. Sono sceso nel cratere. Liquirizia congelata. Son sceso giù in fretta. Crepuscolo. Cavalcata nel buio. All'Annunziata trovato un vetturino per Napoli. Una corsa nel freddo senza soprabito. Di ritorno all'Hotel a mezzanotte. La strada e la campagna erano silenziose. Un sobborgo. Cena a letto.”

Herman Melville (1818–1891) scrittore statunitense

Origine: Diario italiano, pp. 23-24

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