“La guardi», diceva intanto Fadigati, indicandomela [la cagna]. «Forse bisognerebbe essere così, sapere accettare la propria natura. Ma d'altra parte come si fa? È possibile pagare un prezzo simile? Nell'uomo c'è molto della bestia, eppure può, l'uomo, arrendersi? Ammettere di essere una bestia, e soltanto una bestia?»
Scoppiai in una gran risata.
«Oh, no», dissi. «Sarebbe come dire: può un italiano, un cittadino italiano, ammettere di essere un ebreo, e soltanto un ebreo?» […]
«Che cosa dovrei fare?», lo interruppi con impeto. «Accettare di essere quello che sono? O meglio adattarmi ad essere quello che gli altri vogliono che io sia?”
Origine: Romanzi, Gli occhiali d'oro, p. 304
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Origine: Da De ira Dei, cap. VII; citato in Pierre Bayle, Dizionario storico-critico, vol. I, a cura di Gianfranco Cantelli, Laterza, Bari, 1976, p. 160.

“A uno principe è necessario sapere bene usare la bestia e l'uomo.”
cap. XVIII