editoriale su La Repubblica http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/22/le-piccole-patrie-le-ha-generate-la.html, 22 maggio 1990
“Se la portata dei cambiamenti etnici e culturali supera la velocità di integrazione della società allora essa interrompe la consapevolezza della identità collettiva che si fonda sul sentire dei cittadini che c'è una componente di continuità nella società che con voglia attraverso i tempi un patrimonio di valori culturali: dagli atteggiamenti spirituali alle forme della cultura materiale. In quest'ultimo caso la società va incontro alla disgregazione, sviluppa comportamenti patologici dell'omosessualità, della devianza giovanile, della droga, crea condizioni psicologiche che favoriscono ad esempio la sterilità per cui non nascono più figli. Si realizza in altre parole la "Società deviata", asociale, egoista in cui accanto alle cose che muoiono si generano reazioni di salvezza, come i movimenti etnonazionalisti che proprio in un simile contesto riconoscono il "Timing", il primo impulso alla loro nascita.”
Origine: Discorso di apertura del Congresso della Lega Lombarda (1989 e non 1991) http://www.leganord.org/ilmovimento/momentistorici/pieve_91apertura.pdf
Argomenti
età , giovani , alloro , atteggiamento , cambiamento , caso , cittadino , collettivo , componente , comportamento , condizione , consapevolezza , contesto , cultura , disgregazione , droga , egoista , esempio , impulso , incontro , integrazione , materiale , movimento , nascita , parola , patrimonio , portata , primo , realizzo , reazione , salvezza , simile , societa' , sviluppo , ultimo , valor , valore , voglia , sterilità , velocità , proprio , omosessualità , giovanile , fonda , identità , continuitàUmberto Bossi 102
politico italiano 1941Citazioni simili

da Muti: a Chicago porterò la classica tra gli emarginati, Corriere della Sera, 23 novembre 2009

tecnologia / energia) può permettersi [... ] di mandare masse di giovani a scuola e all'università. Per 15, 20, 25 anni questi giovani non producono, ma consumano soltanto: cibo, abiti, riscaldamento, trasporti, aule, insegnanti, libri ecc. Del resto, anche un libro di filosofia è un prodotto industriale: quando non esistevano macchine ed energia i libri si scrivevano a mano, su pergamena.
[... ] per tutta la sua vita il filosofo non produce cibo, oggetti, servizi, ma beneficia della produttività consentita dalla tecno-energia, senza la quale zapperebbe la terra e sarebbe anche lui analfabeta... Ma questo vale per la stragrande maggioranza delle professioni intellettuali: scrittori, storici, astronomi, letterati, paleontologi, critici d'arte ecc. Tutti a zappare. (cap. XI, pp. 166-167)
cap. II, Democrazia diretta e democrazia rappresentativa, pag. 9-10
Democrazie senza democrazia