“Il Corano era un codice, una sequenza di 77.701 parole, composte di 323.671 lettere, che ammontavano a più di tre milioni di benedizioni. Ecco perché la ripetizione meccanica dell'intero Corano era tanto popolare. Con tutti i miliardi di benedizioni che accumulava nel corso di una vita, un hafiz si assicurava l'ingresso nel Paradiso. E proprio di questo si trattava: l'aldilà era la cosa più importante della vita.
Oltre a garantirsi il Paradiso, c'era un altro vantaggio nell'essere un hafiz. Nel Giorno del Giudizio, al hafiz era concesso salvare settantadue persone dai fuochi infernali di Dozakh. Con qualche hafiz ogni tot generazioni, intere famiglie potevano essere risparmiate da un simile tormento. L'unico altro genere di persona a cui Allah concedeva di intercedere per settantadue persone era il martire: ma per diventare tali bisognava morire, un compito assai più doloroso.”

—  Ali Eteraz

Ultimo aggiornamento 18 Gennaio 2019. Storia

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“Il testo raccontava di come fosse fantastico camminare a mezzanotte e mezzo per la Reeperbahn, la strada delle puttane. Era una descrizione del paradiso assai più interessante di quelle della Bibbia e del Corano messe insieme.”

Luis Sepúlveda (1949) scrittore, giornalista e sceneggiatore cileno

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