“Capitan Harlock: Quella pianta intrecciata a quel traliccio mi ricorda il luogo in cui ti ho incontrato, Met.
Met: Lo ricordo anch'io. È stato molto importante il nostro incontro per me.
Capitan Harlock: È stato su un piccolo pianeta vicino ad Antares, in una foresta piena di piante strane.
Met: Sì, il mio pianeta. Ho un ricordo terribile. Dopo la grande guerra nucleare le piante cominciarono a parlare, a gridare. La nostra razza si estinse completamente. Il pianeta cambiò aspetto, rimasero le piante. Soltanto loro.
Capitan Harlock: Erano piante feroci, aggressive. Nessun animale, nessun essere umano. Credevo che non ci fosse rimasto più nulla di vivo lassù, all'infuori di quelle terribili piante ma poi, improvvisamente, sei comparsa tu.
Met: Sì, ero l'ultima creatura rimasta nel pianeta. Se non ti avessi incontrata, sarei scomparsa anch'io. Harlock, ti sono grata.
Capitan Harlock: Sì, Met, ma non ti ho dato nulla d'importante, una vita di solitudine, fatta come la mia.”

Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 6, La regina Raflesia

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2021. Storia

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“Capitan Harlock: Tadashi. Costruite una nuova Storia, una Storia che parta da voi.
Tadashi: Lo faremo, Harlock.”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 42, Addio pirata dello spazio

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“Raflesia: Quanto tempo: anno dopo anno, giorno dopo giorno, pietra dopo pietra, ho percorso tutto questo lungo cammino abbandonando il mio pianeta, un pianeta condannato alla dissoluzione, alla ricerca di una nuova patria. Una patria per me e per la mia gente. Ci dirigevamo verso la Terra, verso il nostro futuro, non per distruggere ma per costruire, per portare una nuova civiltà a un popolo imbelle e dissoluto e creare il grande regno di Mazone. Ma il viaggio interminabile e le lunghe lotte hanno fiaccato il mio popolo, scompaginato il mio esercito e distrutto i miei sogni. Non avrei mai creduto che un piccolo pirata avrebbe umiliato Raflesia! Io ti odio con tutta l'anima, Harlock! Hai distrutto il mio regno, la mia vita, l'avvenire della mia gente, tutto!
Capitan Harlock: Hai ragione, forse sono soltanto un piccolo pirata. Ma sai perché lo sono diventato? Perché ho abbandonato la mia gente, la mia casa? Perché il mondo nel quale ero cresciuto era sporcato dai vizi degli uomini, ferito dalla loro crudeltà!
Raflesia: Allora perché ti ostini tanto a proteggere quella Terra dalla quale sei fuggito disgustato e avvilito?
Capitan Harlock: Perché? Perché laggiù sbocciano i fiori. Perché la Terra è profumata. Perché la sua natura è la cosa più bella di tutto l'universo e perché gli uomini un giorno capiranno finalmente che il vero paradiso è quello. Ma soprattutto perché là vive la creatura che io amo di più.
Raflesia: Parli di quella creatura che io avevo rapito, Mayu?.
Capitan Harlock: Per quella creatura soprattutto e non permetterò mai che un invasore crudele e spietato distrugga le sue illusioni!”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 41, Raflesia e Harlock: incontro ravvicinato

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“Ma è un finale a sorpresa, oggi ho pianto qualcosa. E poi non mi ricordo più…”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

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“Sono soltanto carne, sono soltanto ossa. | Macchina è la mia testa, e la mia mano. | Ma so quel che è passato. | Durante il mio cammino ho pianto, ho riso. | Io, uomo, proprio io. Me ne ricordo.”

Dezső Kosztolányi (1885–1936) poeta, scrittore e giornalista ungherese

Sono soltanto carne, I lamenti dell'uomo triste (1924), p. 67
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