“La favola o la leggenda scelgon sempre forme adatte: un animale di cui vengono spacciate e credute tante meraviglie, deve avere nella sua forma alcun che di particolare. Le iene confermano questo fatto. Somigliano ai cani, eppur ne sono diverse per ogni riguardo; fanno parte della famiglia, eppure si stanno isolate. Il loro aspetto non è per nulla gradevole, anzi è decisamente ributtante. Tutte le iene sono brutte perché sono soltanto abozzi d'una forma che conosciamo assai più perfezionata. Alcuni naturalisti le considerano come membri in transizione fra il cane ed il gatto. Ma non possiamo adottare questo modo di vedere, poiché le iene hanno per se stesse una forma affatto particolare […] Il collo tozzo, rigido in apparenza, la coda folta che non giunge all'articolazione del calcagno, il pelame lungo, ruvido, che si prolunga sulla schiena a mo' di criniera setolosa, il colore finalmente oscuro, notturno del pelo, tutto si riunisce per renderne affatto sgradevole l'impressione totale. Inoltre tutte le iene sono animali notturni, hanno spiacevole voce, discordante, stridula o sghignazzante, sono ingorde, voraci, diffondono intorno un pessimo odore, ed hanno movenze ignobili, come sciancate, e qualche cosa di affatto particolare nel complesso; insomma sarebbe cosa impossibile il dirle belle.”

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 501

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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“Pochi sono gli animali la cui storia sia stata adorna di tante favole, di tante straordinarie dicerie, come quella delle iene. Gli antichi stessi narravano di esse le più incredibili cose. Si asseriva che il cane il quale vedeva l'ombra d'una iena ne perdesse incontanente la voce ed i sensi; si assicurava che l'odiosa belva sapeva imitare la voce dell'uomo per meglio adescarlo, poi d'un tratto aggredirlo ed ucciderlo; si credeva che il medesimo individuo radunasse in sè i due sessi, e persino mutasse a piacimento di sesso, ora presentandosi come essere maschio, ora come femmina. Il più notevole si è che siffatte fiabe trovarono credito presso tutte le popolazioni che conebbero le iene. Gli Arabi principalmente sono ricchi di leggende sopra questi animali. Si crede da essi solamente che l'uomo diventi furioso mangiando cervella di iena; si sottera il capo della belva uccisa per togliere malvagi stregoni il mezzo di fare soprannaturali sortilegi. Persino si crede dai più, e con certezza, che le iene non son altro che stregoni travestiti, che di giorno vanno attorno in figura umana, ma di notte pigliano la maschera di iena e danno di ogni giustizia. Io stesso fui varie volte ammonito dai miei servi arabi con premura di non isparare sulle iene, e mi vennero narrate spaventose storie sulla potenza degli spiriti infernali mascherati.”

Alfred Edmund Brehm (1829–1884) biologo e scrittore tedesco

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 500

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“[La vita] ha bisogno della forma e, in quanto forma, ha bisogno più della forma. Alla vita è intrinseca questa contraddizione, di poter venir fuori soltanto in forme e tuttavia di non poter restare entro tali forme, ma di poter oltrepassare e rompere ogni forma che ha prodotta.”

Georg Simmel (1858–1918) filosofo e sociologo tedesco

Origine: Da Lebensanschauung, La filosofia della vita, Bompiani, Milano 1938; citato in Giorgio Di Giovanni, La società non è fissa.

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“Non si può immaginare un animale più vivamente colorito, eppure così brutto, come il mandrillo.”

Alfred Edmund Brehm (1829–1884) biologo e scrittore tedesco

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 126

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“[La Basilica di San Lorenzo a Firenze] Nessuna forma e nessun particolare contrastano in tutta la chiesa ai precedenti classici, eppure l'effetto generale è molto diverso dall'antico. Essa è perciò veramente un capolavoro dell'intelligente adattamento della Rinascenza.”

John Addington Symonds (1840–1893) critico letterario e poeta inglese

da Rinascenza delle belle arti
Origine: Citato in G. F. Young, I Medici, Salani, Firenze, stampa 1939, vol. I, p. 71.

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