“[Su La dolce vita] Pur tenendosi costantemente a un alto livello espressivo, Fellini pare cambiar maniera secondo gli argomenti degli episodi, in una gamma di rappresentazione che va dalla caricatura espressionista fino al più asciutto neorealismo. In generale si nota un'inclinazione alla deformazione caricaturale dovunque il giudizio morale si fa più crudele e più sprezzante, non senza una punta, del resto, di compiacimento e di complicità, come nella scena assai estrosa dell'orgia finale o in quella della festa dei nobili, ammirevole quest'ultima per sagacia descrittiva e ritmo narrativo.”

Origine: Da L'Espresso, 14 febbraio 1960; citato in Claudio G. Fava, Aldo Viganò, I film di Federico Fellini, Gremese, Roma, 1995, p. 96 https://books.google.it/books?id=DNMSsPUpWnoC&pg=PA96&lpg=PA96#v=onepage&q&f=false. ISBN 88-7605-931-8

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“A me pare che il pernio del cristianesimo stia tutto nel giudizio finale.”

Giorgio La Pira (1904–1977) politico italiano

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“La verità può essere più crudele della caricatura.”

Joseph Conrad (1857–1924) scrittore polacco

da L'agente segreto, traduzione di L. Saraval, Giunti

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“Voglio aggiungere che bisogna essergli [a Federico Fellini] grati di averci dato, con La dolce vita, una lezione di fede e di coerenza artistica. La morale del film è in fondo questa. E potrebbe essere riassunta con due versi di Cardarelli: «La speranza è nell'opera | Io sono un cinico che ha fede in quel che fa.»”

Ennio Flaiano (1910–1972) scrittore italiano

Origine: Da Flaiano risponde, 28 ottobre 1959; citato in Tullio Kezich, Noi che abbiamo fatto La dolce vita, Sellerio, Palermo, 2009, p. 192. ISBN 88-389-2355-8

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“[Giovanni Crisostomo] Trovasi in lui uno squisito giudizio, nobili imagini, una morale dolce e amabile.”

Fénelon (1651–1715) religioso, teologo e pedagogo francese

citato in Guglielmo Audisio, Lezioni di eloquenza sacra, Giacinto Marietti, Torino 1870.

“[Su La dolce vita] Il più grande rimprovero che si può rivolgere a Fellini è la mancanza d'idee nella messa in scena. Ci sono dei pezzi di bravura […], ma non ci sono idee. È del bel canto cinematografico, con qualche recitativo che, ogni tanto, rompe la monotonia del racconto, ma non è del cinema.”

Jean Domarchi (1916–1981)

da Cahiers du Cinéma, 108, Parigi, giugno 1960
Origine: Citato in Claudio G. Fava, I film di Federico Fellini, Volume 1 di Effetto cinema, Gremese Editore, 1995, p. 96 https://books.google.it/books?id=DNMSsPUpWnoC&pg=PA96. ISBN 8876059318

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