In fiction
“Kublai domanda a Marco: — Quando ritornerai a Ponente, ripeterai alla tua gente gli stessi racconti che fai a me?— Io parlo, parlo, — dice Marco, — ma chi m'ascolta ritiene solo le parole che aspetta. Altra è la descrizione del mondo cui tu presti benigno orecchio, altra quella che farà il giro dei capannelli di scaricatori e gondolieri sulle fondamenta di casa mia il giorno del mio ritorno, altra ancora quella che potrei dettare in tarda età, se venissi fatto prigioniero da pirati genovesi e messo in ceppi nella stessa cella di uno scrivano di romanzi d'avventura. Chi comanda al racconto non è la voce: è l'orecchio.”
Le città invisibili
Argomenti
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scrittore italiano 1923–1985Citazioni simili
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Controcultura
“Quando alla casa del linguaggio vola via il tetto e le parole non guariscono, io parlo.”
da Frammenti per dominare il silenzio, II, p. 75
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C'è sempre un motivo
“Ormai non mi sto più a sentire nemmeno quando parlo a me stesso.”
Qui lo dico e qui lo nego