“Si leva intorno un urlio possente che sale, a ondate, verso il cielo. "Mahatma! Mahatma!" si sente urlare selvaggiamente con un accento disperato come di belve ferite a morte. Visi trasfigurati si fanno strada tra la calca. Intorno sono bocche rosse spalancate e vibranti, balenio di occhiali e di denti insanguinati dal betel. Mahatma! Non si riesce a capire che cosa voglia tutta questa folla cenciosa, che cosa invochi con tanta selvaggia esaltazione. Non è un uomo che si aspetta ma sembra che questa moltitudine di duecentomila persone sia in attesa di un fenomeno soprannaturale. Che cosa si aspettano dal Mahatma? […] Ad un tratto la folla oscilla paurosamente. Un urlo spaventoso sale al cielo. Arriva il Mahatma.
Prima che possa rendermi conto di quanto accade mi sento sollevato e trascinato. Un'automobile interamente ricoperta di gente mi arriva quasi addosso fendendo la folla. In mezzo sta Gandhi, seduto.”

—  Ercole Patti

Origine: Un lungo viaggio lontano, p. 170

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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“Molti eran vestiti del nero kaftano ebraico, molti erano nudi, e la loro carne splendeva castamente nel tepore freddo della Luna. Simile all'uovo turgido di vita, che nei sepolcreti etruschi di Tarquinia i morti sollevano fra due dita, simbolo di fecondità e di eternità, la luna usciva di sotterra, si librava nel cielo, bianca e fredda come un uovo: illuminando i visi barbuti, le nere occhiaie, le bocche spalancate, le membra contorte degli uomini crocifissi. Mi sollevai sulle staffe, tesi le mani verso uno di loro, tentai con le unghie di strappare i chiodi che gli trafiggevano i piedi. Ma voci di sdegno si levarono intorno, e l'uomo crocifisso urlò: "Non mi toccare, maledetto". "Non voglio farvi del male" gridai "per l'amor di Dio, lasciate che vi venga in aiuto!" Una risata orribile corse d'albero in albero, di croce in croce, e vidi le teste muoversi qua e là, le barbe agitarsi e le bocche aprirsi e chiudersi: e udii lo stridore dei denti. "Venirci in aiuto?" gridò la voce dall'alto "e perché? forse perché hai pietà di noi? perché sei un cristiano? (…) Coloro che ci hanno messi in croce, non sono forse cristiani come te? Son forse cani, cavalli, o topi, coloro che ci hanno inchiodati a questi alberi? (…) "Non sono stato io" gridai "non sono stato io a inchiodarvi agli alberi! Non sono stato io!". "Lo so" disse la voce con un inesprimibile accento di dolcezza e di odio "lo so, sono stati gli altri, sono stati tutti gli altri come te".”

La pelle, Il vento nero

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