Variante: Non c'è niente che sappia di morte, - continuò, - più del sole d'estate, della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco, e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è la morte...
Origine: Il diavolo sulle colline, VII
“Amico tu che ascolti, senti del profumo dei cedri | Le lontane campane? Conosci gli angoli del giardino dove | Ripone i suoi neonati il vento della sera? Hai mai sognato | Un'estate infinita da percorrere tutta | Non conoscendo più le Erinni? No. Ecco perché katarkimevo | E le pesanti sbarre indietreggiano cigolando e le grandi porte si aprono | Alla luce del Sole Segreto un attimo, la nostra terza natura appare | C'è di più. Ma non ne parlerò. Nessuno prende quel che è gratuito | Nel cattivo vento ti perdi o segue il sereno || Questo nella mia lingua. Ed altri altro in altre. Ma | La verità solo davanti alla morte si concede.”
da Il Verbo Oscuro; in Poesia, p. 49
Origine: Parola-chiave creata da Elytīs sul calco di altre parole greche. Non riferita ad alcun significato, ha funzione di suono e parola magica. nota a p. 49 di Poesia.
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“[Haiku] Si spegne l'eco della campana | persiste il profumo dei fiori: | è sera!”
Origine: In Haiku antichi e moderni, parte prima a cura di Mario Scalise e Atsuko Mizuguchi Folchi Vici, parte seconda a cura di Carla Vasio, traduzione dal giapponese di Araki Tadao e Ettore Corò, versione italiana di Carla Vasio, Garzanti Vallardi, 1996, parte prima, p. 41. ISBN 8811904633