da "L'italia che scrive", 1942; citato in Antologia critica a Dino Campana, Canti orfici e altri scritti, Oscar Mondadori, 1972
“L'idea di una poesia «europea musicale e colorita» era stata in Campana, oltre che istinto, un fatto di cultura; ma certo era stata accompagnata o preceduta, in lui, da una pratica ancora un po' inerte e passiva dei nuovi ismi trovati in aria. Anche il futurismo ufficiale aveva preteso, come già i novatori di fine secolo, di «rompere i vetri», di rinnovare l'aria. Campana s'era però scelto maestri più fini di quelli seguiti dai suoi provvisori iniziatori. Ripudiò d'istinto la parte più meccanica, più elencativa del liberismo di moda; andò, si può affermarlo anche con sicurezza di fatto, verso le sorgenti più certe di quel movimento, da Whitman a Rimbaud. Riportò per conto suo, nell'arte e nella vita, un fatto di stile a un fatto di coscienza e fu consapevole di rappresentare, nel suo tempo e nel suo ambiente, una voce nuova, diversa.”
Eugenio Montale
Argomenti
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poeta italiano 1885–1932Citazioni simili
da Visione del pianificatore
Origine: citato in Mario Praz, Cronache letterarie anglosassoni, vol. III, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1966
Origine: Introduzione a Canti orfici e altri scritti, pp. XXXII-XXXIII
da Scorribande di un inattuale, 49, 1998
da Testamento politico di Mussolini: Dettato, corretto, siglato da lui il 22 aprile 1945, a cura di Gian Gaetano Cabella, Arti Grafiche Pedanesi, 1972