“La notte calò lenta e fredda sulla foresta intorno a lui, e scese una quiete spettrale. Come se qualcosa stesse per accadere, grilli e uccelli notturni tacquero spaventati. Lui accelerò il passo. Nel buio ormai completato si ritrovò smarrito in una foresta paludosa, si dibatté nei pantani risucchianti e si mise quasi a correre […]. Quando piombò fragorosamente nella radura in mezzo al pioppeto, cadde lungo disteso e rimase per terra con la guancia appoggiata al suolo. E mentre giaceva così un lampo remoto percorse il cielo con la sua luce azzurra, e, in una primordiale visione del mondo dall'occhio fessurato di un embrione d'uccello, scorrendo atroce e istantaneo da buio a buio, gli regalò infine lo spettacolo della cavità e dell'informe plasma bianco che si dibatteva sul muschio rigoglioso e iniziatico, come una magra lepre di palude. Lo avrebbe preso per un fratello senz'ossa della paura stessa che si sentiva in cuore, se il bambino non avesse gridato.
Il bambino urlava la sua maledizione al mondo tenebroso e maleodorante in cui era nato, piangendo e piangendo, mentre l'uomo giaceva a terra farfugliando con le mascelle paralizzate, e con le mani respingeva la notte come un folle paracleto assediato dalle suppliche dell'intero limbo.”

Outer Dark

Ultimo aggiornamento 22 Maggio 2020. Storia

Citazioni simili

“Il Grande Respiro di Gaia ormai va fuggendo nelle lande più remote della Terra, insieme alle Anime della foresta.”

Piero Bevilacqua (1944) storico e saggista italiano

Aquila: p. 28
Prometeo e l'aquila

Franchino photo

“Come l'estrema fine | del buono è pace! Com'è quieto il suo trapasso! | Le rugiade notturne non cadono più lievi al suolo, | né così piano si spengono le stanche aure…; […].”

Robert Blair (1699–1746) poeta scozzese

da La tomba
Origine: Citato in Le origini del Romanticismo, a cura di Guido Barlozzini, Editori Riuniti, Roma, 1974, p. 34.

Jim Morrison photo
Jean Paul Sartre photo
Raimon Panikkar photo
Jan Narveson photo

“Forse, dal punto di vista dei maiali, è meglio grufolare mezzo morti di fame nella foresta, morendo per il freddo o preda di lupi famelici, piuttosto che vivere in una porcilaia sovraffollata ed essere nutriti a forza fino al punto da non riuscire quasi più a muoversi, neppure se ce ne fosse lo spazio.”

Jan Narveson (1936) filosofo canadese

Origine: Da I diritti degli animali: un riesame, in Aa.Vv., Etica e animali, traduzione di Brunella Casalini, Liguori Editore, Napoli, 1998, p. 42. ISBN 88-207-2686-6

Argomenti correlati