Lucio Anneo Seneca: Frasi popolari (pagina 5)

Frasi popolari di Lucio Anneo Seneca · Leggi le ultime citazioni e frasi celebri nella raccolta
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“Quando insegnano, gli uomini imparano.”

VII, 8
Homines, dum docent, discunt.
Epistulae morales ad Lucilium

“Un popolo affamato non ascolta ragioni, né gl'importa della giustizia e nessuna preghiera lo può convincere.”

XVIII, 5; 1993, p. 93
De brevitate vitae
Variante: [... ] il popolo affamato non sente ragioni, nulla di giusto lo placa, nessuna preghiera lo piega.

“Il misero è cosa sacra.”

da Epigr. IV, 9, in "Opera omnia", ed Ruhkopf, Aug. Taur., 1829, vol. IV, p. 402

“Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, ma è perché non osiamo che sono difficili.”

CIV, 26
Non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus difficilia sunt.
Epistulae morales ad Lucilium

“Negli uomini tale è il modo di parlare quale quello di vivere.”

114, 1
Talis hominibus fuit oratio qualis vita.
Epistulae morales ad Lucilium

“Diverrò povero? Sarò con la maggioranza degli uomini. Andrò in esilio? Penserò di essere nato là, dove mi manderanno. Sarò messo in catene? E allora? Sono forse ora veramente libero? La natura mi ha già legato a questo grave peso del corpo. Morirò? Porrò cosi fine – dirai tu – alla possibilità di ammalarmi, di esser messo in catene, di morire. […] Moriamo ogni giorno: ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce. Abbiamo perduto l'infanzia, poi la fanciullezza, poi la giovinezza. Tutto il tempo trascorso fino a ieri è ormai perduto; anche questo giorno che stiamo vivendo lo dividiamo con la morte. Come la clessidra non è vuotata dall'ultima goccia d'acqua, ma da tutta quella defluita prima, così l'ora estrema, che mette fine alla nostra vita, non provoca da sola la morte, ma da sola la compie; noi vi giungiamo in quel momento, da tempo, però, vi siamo diretti. […] «Non viene una sola volta la morte; quella che ci rapisce è solo l'ultima morte». […] questa morte che tanto temiamo è l'ultima, non la sola. […] la follia umana, è così grande, che alcuni sono spinti alla morte proprio dal timore della morte. […] Ci chiediamo: «Fino a quando sempre le stesse cose? Svegliarsi e andare a dormire, mangiare ed aver fame, aver freddo e soffrire il caldo? Nessuna cosa finisce, ma tutte sono collegate in uno stesso giro: si fuggono e si inseguono. Il giorno è cacciato dalla notte, la notte dal giorno; l'estate ha fine con l'autunno, questo è incalzato dall'inverno, che a sua volta è chiuso dalla primavera: così tutto passa per tornare. Non faccio né vedo mai niente di nuovo. Ad un certo punto, di tutto questo si prova la nausea». Per molti la vita non è una cosa penosa, ma inutile.”

lettera 24; 1975
Epistulae morales ad Lucilium

“Quando consideri il numero di uomini che sono davanti a te, pensa a quanti ti seguono.”

15, 10
Cum aspexeris, quot te antecedant, cogita, quot sequantur.
Epistulae morales ad Lucilium

“Smetterai di temere se avrai smesso di sperare.”

V, 7
Desines timere si sperare desieris.
Epistulae morales ad Lucilium