“La bellezza di Elisabetta, così diversa da quella delle donne vagabonde, e delle contadine, aveva attirato fin dal primo giorno l'attenzione di Boccadoro. C'era qualcosa in lei che ancora gli era rimasto ignoto, qualcosa di strano, che lo attraeva violentemente, ma gl'ispirava al tempo stesso diffidenza e perfino dispetto: una grande calma ed innocenza, un'onestà e una purezza, che non eran tuttavia ingenuità; dietro tutta la sua cortesia e il suo decoro si celava una certa freddezza, un orgoglio, per cui quell'innocenza non lo commoveva e non lo disarmava (egli non sarebbe mai stato capace di sedurre una bambina), ma anzi lo eccitava e lo provocava. Non appena la figura di lei gli divenne un poco familiare come immagine intima, sentì il desiderio di rappresentarla, ma non com'era allora, bensì coi tratti ridesti, sensibili e sofferenti, non una piccola vergine ma una Maddalena. Talvolta la sua brama avrebbe voluto vedere quel volto tranquillo, bello ed immobile, contrarsi e sfogliarsi, sia nella voluttà, sia nella sofferenza, e rivelare così il suo segreto.”

Origine: Narciso e Boccadoro, p. 244

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 26 Febbraio 2024. Storia

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