“La verità la ebbi dal dottor Paoli in cui m'imbattei sulle scale. Ne ebbi uno sconvolgimento che quasi mi fece precipitare. Guido, dacché vivevo con lui, era divenuto per me un personaggio di grande importanza. Finché era vivo lo vedevo in una data luce ch'era la luce di parte delle mie giornale. Morendo, quella luce si modificava in modo come se improvvisamente fosse passata traverso un prisma. Era proprio questo che m'abbacinava. Egli aveva sbagliato, ma io subito vidi ch'essendo morto, dei suoi errori non restava niente.
Secondo me era un imbecille quel buffone che in un cimitero coperto di epigrafi laudatorie domandò dove si seppellissero in quel paese i peccatori. I morti non sono mai stati peccatori. Guido era ormai un puro! La morte l'aveva purificato.”
Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, pp. 473-474
Argomenti
arte , morte , verità , buffone , cimitero , coperto , domanda , dottore , epigrafe , errore , giornata , grande , imbecille , importanza , luce , modo , morto , paese , parte , passato , peccatore , personaggio , scalea , sconvolgimento , secondo , data , puro , vivoItalo Svevo 110
poeta, scrittore 1861–1928Citazioni simili

Da Il centenario di Mozart a Salisburgo, pp. 34-35
L'ignoto che appare

Origine: Serie del Mondo Disco, 4. Morty l'apprendista (1987), p. 110

“Vivo ed amo nella peculiare luce di Dio.”
Attribuite