dall'intervista di Vincenzo Iannuzzo, Il ritmo delle note nel cabaret, La Nuova Ferrara, 28 gennaio 2008
“Nella sua grande emozione ella quasi s'appoggiava a me, come nel sogno. Ma io m'attenni alla sue parole. Mi domandava un affetto fraterno; l'impegno di amore che pensavo mi legasse a lei si trasformava così in un altro suo diritto, epperò le promisi subito di aiutare Guido, di aiutare lei, di fare quello che avrebbe voluto. Se fossi stato più sereno avrei dovuto parlare della mia insufficienza al compito ch'essa m'assegnava, ma avrei distrutta tutta l'indimenticabile emozione di quel momento. Del resto era tanto commosso che non potevo sentire la mia insufficienza. In quel momento pensavo che non esistessero affatto per nessuno delle insufficienze. Anche quella di Guido poteva essere soffiata via con alcune parole che gli dessero il necessario entusiasmo.
Ada m'accompagnò sul pianerottolo e restò li, appoggiata alla ringhiera, a vedermi scendere. Così aveva fatto sempre Carla, ma era strano lo facesse Ada che amava Guido, ed io gliene fui tanto grato che, prima di passare alla seconda branca della scala, alzai anche una volta il capo per vederla e salutarla. Così si faceva in amore ma, si vedeva, anche quando si trattava di amore fraterno.”
Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, p. 424
Argomenti
parola-chiave , amore , affetto , branco , capo , commosso , compito , diritto , emozione , entusiasmo , essere , fatto , grande , impegno , insufficienza , momento , parola , resto , ringhiera , scala , secondo , soffiata , sogno , stato , strano , via , prima , tanto , fare , voluta , altro , voltaItalo Svevo 110
poeta, scrittore 1861–1928Citazioni simili
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245, 248; in Poesia indiana classica
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