“Abele e Caino s'incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome. Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: "Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima". "Ora so che mi hai perdonato davvero" disse Caino "perché dimenticare è perdonare. Anch'io cercherò di scordare."”
Abele disse lentamente: "È così. Finché dura il rimorso dura la colpa".
Elogio dell'ombra
Origine: Citato in Fabio Ciardi, La storia di Dio e la mia. La Bibbia fonte di ispirazione per l'uomo, Città Nuova, 2010, p. 120 http://books.google.it/books?id=R9y8a7n4X5MC&pg=PA120.
Argomenti
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scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino 1899–1986Citazioni simili

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Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Con Antonio Di Pietro

Variante: Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto cinquemila anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito... perché la lettura è un'immortalità all'indietro.