“Nel vedere le molte lapidi sepolcrali, logorate dai piedi di chi va in chiesa, le stesse chiese crollate sopra le tombe, la vita dopo la morte può per sempre apparirci come una seconda vita, nella quale si entra soltanto in effigie, nell'epigrafe, in cui si sosta più a lungo che nella vera vita vissuta. Ma anche questa immagine, questa seconda esistenza, si spegne prima o dopo. Il tempo non si lascia privare del suo diritto né sugli uomini, né sui monumenti.”
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Lettere al Corriere, Corriere della Sera
“Né la vita né la fortuna sono offerte agli uomini per sempre!”
Nec vita nec fortuna hominibus perpes est.
Ne la vita né la fortuna sono date per sempre agli uomini.
Sententiae

Origine: Da Risālat al-wuğūdiyya (Trattato sull'essere), Beshara Publications, Londra, 1976, p. 3; citato in Malise Ruthven, Islām, edizione italiana a cura di Giuseppina Igonetti, traduzione di Norman Gobetti, Einaudi, Torino, 1999, p. 66. ISBN 8806149539