“Quando io era fanciullo, diceva talvolta a qualcuno de' miei fratellini, tu mi farai da cavallo. E legatolo a una cordicella, lo venia conducendo come per la briglia e toccandolo con una frusta. E quelli mi lasciavano fare con diletto, e non per questo erano altro che miei fratelli. Io mi ricordo spesso di questo fatto, quando io vedo un uomo (sovente di nessun pregio) servito riverentemente da questo e da quello in cento minuzie, ch'egli potrebbe farsi da se, o fare ugualmente a quelli che lo servono, e forse n'hanno più bisogno di lui, che alle volte sarà più sano e gagliardo di quanti ha dintorno. E dico fra me, né i miei fratelli erano cavalli, ma uomini quanto me, e questi servitori sono uomini quanto il padrone e simili a lui in ogni cosa; e tuttavia quelli si lasciavano guidare benché fossero tanto cavalli quant'era io, e questi si lasciano comandare; e tra questi e quelli non vedo nessun divario.”
106, 26 marzo 1820; 1898, Vol. I, p. 217
Ultimo aggiornamento 09 Novembre 2023.
Storia
Argomenti
uomini , bisogno , briglia , cavallo , cordicella , cosa , diletto , dintorno , divario , fanciullo , fatto , fratellino , fratello , frusta , gagliardo , marzo , minuzia , padrona , padrone , pregio , ricordo , servitore , simile , uomo , tanto , volte , forse , fare , altro , veniaGiacomo Leopardi 224
poeta, filosofo e scrittore italiano 1798–1837Citazioni simili

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(1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano
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