“Per Nechljudov quella notte era più che allegra. Era per lui una notte gioiosa, felice. La fantasia rinnovava per lui le impressioni di quell'estate felice che aveva trascorso lì, giovane innocente, e adesso si sentiva come era stato non solo allora, ma in tutti i momenti migliori della sua vita. Non solo si ricordò, ma si sentì come quando, ragazzo di quattordici anni, pregava Dio che gli rivelasse la verità, come quando bambino piangeva sulle ginocchia della madre, prima di separarsi da lei, promettendole di essere sempre buono e di non darle dispiaceri, – si sentì come quando lui e Nikolen'ka Irtenev avevano deciso che si sarebbero sempre aiutati a vivere una vita buona e avrebbero cercato di rendere felici tutti gli uomini.”
Argomenti
dio , bambini , giovani , vita , verità , uomini , allegria , allegro , alloro , buono , dispiacere , essere , estate , fantasia , ginocchio , gioioso , giovane , impressione , innocente , madre , miglioria , momento , notte , ragazzo , ricordo , stato , vivero , primaLev Nikolajevič Tolstoj 281
scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed a… 1828–1910Citazioni simili

Questa Storia
Variante: Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana.


Alcesti, vv. 25-34; pp. 25-27
Nuove poesie