“E tuttavia, l'innatismo cartesiano non è forse il remoto risultato della reminiscenza platonica? L'estensione cartesiana non ci riporta alla χώρα di Platone? La loro idea della scienza non è la stessa? E nel famoso e giustamente celebre passo del Discours nel quale Descartes respinge la concezione scolastica delle matematiche – scienza che serve solo alle arti meccaniche – non si ricollega, con ciò stesso, alla tradizione platonizzante che, attraverso Clavio, era giunta fino a lui? E, infine, dal punto di vista che qui c'interessa, proclamando il predominio delle matematiche in fisica, e anzi la possibilità di ridurre quest'ultima alle prime, non si situa, fin dall'inizio, nel campo dei platonici?
Ma come, questo nuovo platonismo, è lontano dall'antico! Perché in realtà, se, grazie a Descartes, possiamo ormai intendere lo spazio con un atto di pura intelligenza e non piú con una conoscenza ibrida e sostituire cosí il mito con la scienza, se, grazie a Galileo, il movimento si trova ormai sottomesso alla legge del numero, in cambio, questo spazio e questo numero hanno perso il valore cosmico che avevano, che potevano avere per Platone.
La scienza galileiana, la scienza cartesiana ha vinto. Ma mai vittoria è stata piú caramente pagata.”

ibidem, p. 298
Studi galileiani

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Cos'è, per Kant, questa sintesi a priori? Un processo di conoscenza che ha lo stesso a priori della matematica e lo stesso a posteriori delle scienze. […] [È] un cocktail di sensazione e di concetto, di percezione e di ragionamento.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Variante: Cos’è, per Kant, questa sintesi a priori? Un processo di conoscenza che ha lo stesso a priori della matematica e lo stesso a posteriori delle scienze. [... ] [È] un cocktail di sensazione e di concetto, di percezione e di ragionamento.
Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 3, Come si può conoscere il mondo, p. 59-60

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