“Quando aperti gli occhi, poté abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla sua creatura prediletta, Dio scaraventò con un gesto di colera il Maligno nei profondi abissi del cielo. Poi lentamente rasserenandosi disse: — Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola. Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l'ho voluta. La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto. Utta a fa juornu c'a notti è fatta —.
Una notte che contiene già l'albore del giorno.”
Origine: Calabria grande e amara, pp. 13-14
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“Quei figli che non ho voluto, sapessero la felicità che mi debbono!”
Confessioni e anatemi

“[a Teano] Qui 150 anni fa si disse: fatta l'Italia bisogna fare gli italiani.”
Corriere della sera, 20 dicembre 2006