“[Su Simone Weil] Quando conosciamo la sua giovinezza, ci sembra di trovarci, trent'anni più tardi, nella famiglia di Proust. C'è lo stesso profumo ebraico: qui più antico e profondo, perché la famiglia della madre veniva dalla Galizia. C'è lo stesso sapore di Francia borghese […]. In famiglia, accanto al padre, alla madre, al fratello amato e invidiato, Simone trascorse l'infanzia e l'adolescenza. Da bambina era molto bella: poi, disse qualcuno, «depose questo dono di bellezza, come se l'avesse scartato». Aveva occhi neri che fissavano arditamente, con una curiosità appassionata e indiscreta, un'avidità quasi intollerabile; e che parevano contraddetti dalla piega implorante delle labbra. Non amava giocare. […] Perduta in un sogno eroico e cavalleresco, si proibiva qualsiasi debolezza. Pretendeva di non venire considerata una donna. Era piena di rifiuti, di disgusti e di ribrezzi. Non voleva essere toccata né abbracciata; e se qualcuno, persino la madre, le posava un bacio sulla fronte o allungava le braccia intorno alle sue spalle, diventava rossa di collera. Temeva gli affetti, la sensibilità, la morbidezza.”

Origine: Ritratti di donne, p. 265

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 03 Agosto 2022. Storia

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“Lei [Simone Weil] aveva il dono di pronunciar parole con significato umano illimitato.”

Joë Bousquet (1897–1950) poeta francese

Origine: Da una lettera a Hélène e Pierre Honnorat, 26 gennaio 1945, in Corrispondenza, p. 43.

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