da Il signor G e l'amore, n. 5
Il signor G
“[Su Isabella Rossellini] Com'era bella, Isabella! Faceva la mannequin, come diceva lei, ma era la Donna. Adorabile con indosso qualsiasi cosa: un tailleur, un vestitino nero, un abito da sera. Adorabile anche per il suo portamento, il suo accento italiano che ti scombussolava, la sua vivacità di spirito, quel modo di rovesciare indietro la testa: anche una sola di queste cose sarebbe bastata per piacere. […] Ma ogni volta […] sentiva il bisogno di fuggire di nuovo, proprio come, incomprensibilmente, gli uomini della sua vita fuggivano da lei. […] Di cosa aveva paura, con i suoi grandi occhi verdi, il corpo al tempo stesso slanciato e robusto, un sorriso da farti saltar giù dalla finestra? Del dopo? Di quando non sarebbe stata più giovane, di quando sarebbe stata "ancora" bella? La cosa tragica, con le femmes fatales, è che sono fatali prima di tutto a se stesse.”
Origine: Cinema è sogno, pp. 203-204
Argomenti
giovani , paura , piacere , sorriso , uomini , vita , abito , accento , ancora , bella , bisogno , corpo , cosa , donna , finestra , giovane , grande , italiano , modo , nero , nuovo , portamento , sera , solaio , spirito , stesso , tempo , tragico , vestitino , dopo , prima , proprio , testa , voltaGilles Jacob 19
critico cinematografico, regista e produttore cinematografi… 1930Citazioni simili
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Dizionario del diavolo