dall'intervista di Paolo Conti, «Combatto contro il cancro e contro ogni accanimento», Corriere della sera, 24 gennaio 2007, p. 18
“Un principio inaccettabile per la sinistra è la riduzione della persona a homo oeconomicus, che si accompagna all'idea di mercato naturalizzato: è il mercato che vota, decide, governa le nostre vite. Ne discende lo svuotamento di alcuni diritti fondamentali come istruzione e salute, i quali non possono essere vincolati alle risorse economiche. Allora occorre tornare alle parole della triade rivoluzionaria, eguaglianza, libertà e fraternità, che noi traduciamo in solidarietà: e questa non ha a che fare con i buoni sentimenti ma con una pratica sociale che favorisce i legami tra le persone. Non si tratta di ferri vecchi di una cultura politica defunta, ma di bussole imprescindibili. Alle quali aggiungerei un'altra parola-chiave fondamentale che è dignità.”
Origine: Dall'intervista di Simonetta Fiori, Stefano Rodotà: "Dignità, la parola chiave", la Repubblica, 23 luglio 2013; riportata su MicroMega http://temi.repubblica.it/micromega-online/rodota-eccome-se-esiste-la-differenza-fra-destra-e-sinistra/?printpage=undefined.
Argomenti
età , istruzione , salute , persone , alloro , bussola , chiave , cultura , defunta , diritto , eguaglianza , essere , governo , idea , legame , liberto , mercato , parola , parola-chiave , persona , politico , pratica , principe , principio , riduzione , risorsa , rivoluzionario , saluto , sentimento , sinistro , svuotamento , tratto , triade , vite , social , dignità , tornare , solidarietà , fareStefano Rodotà 41
giurista e politico italiano 1933–2017Citazioni simili

2017
Origine: Dall<nowiki>'</nowiki> Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della prima sessione di lavoro della XIII Riunione informale dei Capi di Stati del Gruppo Arraiolos http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=709, Malta, La Valletta, 14 settembre 2017.

dal discorso all'inaugurazione della fondazione Nuova Italia: citato ne la Repubblica, 29 novembre 2006

“È il mercato che decide chi diventa ricco e chi diventa povero.”