“Un'ora dopo, mentre ero profondamente addormentata sento battere dei colpi alla porta e un uomo che grida "Navarra! Navarra!". La nutrice, pensando che fosse il re mio marito corre sollecita alla porta. Era un gentiluomo, il signore di Léran, ferito a un gomito da un colpo di spada e da un colpo di alabarda al braccio. Era inseguito da quattro arcieri che si precipitarono dietro di lui nella stanza. Volendo salvarsi, Léran si getta nel mio letto. Io sentendo quest'uomo che mi aveva afferrato, mi precipito nell'alcova, e lui dietro di me, sempre tenendomi stretta per la vita. Non conoscevo quell'uomo, e non sapevo se era venuto per recarmi oltraggio, oppure se gli arcieri volevano fare del male a lui o a me. Gridavamo tutti e due, ed eravamo ambedue ugualmente terrorizzati. Infine, volle Iddio che sopraggiungesse il signor di Nançay, capitano delle guardie, il quale, trovandomi in quello stato, pur provando compassione per me, non riuscì a trattenersi dal ridere e si indignò tremendamente con gli arcieri per tanta indiscrezione, li fece uscire e affidò alla nostra benevolenza quel poveretto che mi stava aggrappato addosso. Lo feci condurre nel mio gabinetto dove fu messo a letto e medicato. Io mi cambiai la camicia, perché mi aveva sporcata di sangue.”

Regina Margot

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 02 Luglio 2022. Storia

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“Avevo lasciato gli Usa che ero un ragazzo, e vi ritornai che ero un uomo. Mi portai dietro l'orrore della guerra e le ideologie, e la convinzione che l'eguaglianza e la tolleranza siano i binari su cui corre la pace.”

Walter Cronkite (1916–2009) giornalista e personaggio televisivo statunitense

da Cronkite: la tv ammazzanotizie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/29/Cronkite_ammazzanotizie_co_0_9701297783.shtml, Corriere della sera, 29 gennaio 1997

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“O miei cari fratelli! Satana è uno schermitore che darebbe del filo da torcere a Grand-Jan, a Jan-petit e all'Inglese, e io vi dico in verità che molto rudi sono i suoi assalti. Fintanto che noi siamo nell'età di peccare mortalmente, messer Satana ci chiama sul Préx-aux-Clercs della vita. Le nostre armi sono i divini sacramenti; ma egli porta tutto un arsenale fatto dei nostri peccati, armi offensive e difensive insieme. Mi par di vederlo entrare in campo chiuso; la Golosità sul ventre; ecco la sua corazza; la Pigrizia gli serve da speroni; nella sua cintura vi è la Lussuria, che è uno stocco pericoloso, l' Invidia è la sua spada, sulla testa porta l' Orgoglio come un gendarme l'elmetto; ha in testa l' Avarizia per servirsene al bisogno ed ha in bocca la Collera con le ingiurie e tutto quel che segue il che vi dimostra che egli è armato fino ai denti. Quando Dio dà il segnale, Satana non vi dice come i cortesi gentiluomini: Signore in guardia! ma si precipita sul cristiano a testa bassa. Il cristiano accorgendosi che sta per ricevere un colpo di Gola nel mezzo dello stomaco, lo para col Digiuno. A questo punto il predicatore, per essere più eloquente, staccò un crocefisso e prese a maneggiare, dando colpi e facendo parate come un maestro d'armi col suo fioretto per mostrare un colpo difficile. – Satana ritirandosi, tira un gran fendente di Collera, poi producendo una ferita con l' Ipocrisia vi lascia andare un colpo di Orgoglio. Il cristiano prima si copre con la Pazienza, poi risponde all' Orgoglio con un colpo di Umiltà. Satana irritato, gli dà un 'a fondo' di Lussuria, ma vedendolo parato dalla Mortificazione, si getta a corpo morto sul suo avversario, dandogli una frustata di Pigrizia e un colpo di spada di Invidia, mentre tenta di fargli entrare l' Avarizia nel cuore. È qui che bisogna avere buon occhio e buoni piedi. Col Lavoro ci si libera della frustata della Pigrizia; del colpo di spada con l' Amore del prossimo (parata molto difficile, fratelli); e quanto alla botta dell' Avarizia non vi è che la Carità che possa farla deviare.”

Prosper Mérimée (1803–1870) scrittore, storico e archeologo francese

“Non battere ad ogni porta per trovare l'amore. Quando sarà la tua ora entrerà nella tua casa, nella tua vita e nel tuo cuore.”

Nino Salvaneschi (1886–1968) scrittore, giornalista e poeta italiano

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