dall'intervista di Gigi Vesigna, Cantautore giramondo, Famiglia Cristiana, 2 dicembre 2008
“[Rispetto a quando si scrive per se stessi l'approccio è diverso? ] No, il mio processo artistico è lo stesso. Non penso mai a chi andrà la canzone, la compongo per me. Faccio il musicista, l'operaio della musica, non mi considero un artista. A volte, quando si scrive per qualcun altro, l'unica attenzione che bisogna fare è nell'uso di determinate figure e parole, che non si possono utilizzare perché non si adattano a chi canterà la canzone. Per me invece scrivo le cose che canto e canto le cose che scrivo. Faccio della libertà il mio campo di gioco. Noi uomini, noi umani, siamo contenitori di infinito.”
Argomenti
canto , canzone , contenitore , musicista , attenzione , uso , figura , artista , processo , infinito , gioco , musico , musica , campo , operaio , opera , liberto , no , bisogno , parola , uomini , parola-chiave , stesso , volte , fare , altroErmal Meta 3
cantautore e compositore albanese 1981Citazioni simili
“Una delle cose che succede quando scrivi sulla tua vita è che educhi te stesso.”
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“Scrivo canzoni per litigare e scopare.”
Da “Jesus Crisis”
“ Heaven Upside Down “
citato in Avanti prego, ecco l'insultopoli del rock http://blog.ilgiornale.it/giordano/2011/08/29/avanti-prego-ecco-linsultopoli-del-rock/, Il blog di Paolo Giordano, 29 agosto 2011
“Scrivo per me stessa e per gli sconosciuti.”
Origine: Citato in Fredric Jameson, Firme del visibile. [Hitchcock, Kubrick, Antonioni] (Signatures of the Visible, 1990), traduzione di Daniela Turco, a cura di Gabriele Pedullà, Donzelli, Roma, 2003, p. 23 https://books.google.it/books?id=XIepkdFhIlYC&pg=PA23#v=onepage&q&f=false. ISBN 88-7989-766-7