“[Giunto all'alpeggio, un alpigiano scorge sul prato un vitello dal vello splendente d'oro. ] Ciò che quella vista significava, l'uomo lo sapeva fin da quando, fanciullo, ascoltava i racconti dei vecchi mentre il sonno sabbioso gli calava sul piano degli occhi. Da ragazzo ai monti e, con l'agosto alle alpi quasi sil filo della costa, aveva sperato di scorgere il vitello d'oro apportatore d'ogni bene, ed ora finalmente, quando il peso degli affanni si era fatto troppo greve e lo stava sommergendo, eccolo lì dinanzi alla sua baita.
Senza far rumore l'uomo si girò e cominciò a ridiscendere verso il paese, evitando di guardare indietro, perché guardando indietro il vitello d'oro sarebbe scomparso riportandosi via la ricchezza…, ed egli avrebbe ritrovato il mucchio di pensieri grigi che si lasciava dietro le spalle.”

da Il vitello d'oro, pp. 117-119; in Il meraviglioso, Leggende, fiabe e favole ticinesi, p. 180
Leggende delle Alpi Lepontine e dei Grigioni

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Aurelio Garobbio 4
giornalista svizzero 1905–1992

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“Solo chi ara il campo con il vitello altrui, alla fine ara con il vitello d'oro.”

Karl Kraus (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista austriaco

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“[Haiku] Pazienta ancora: | i figli cornuti del Vitello d'Oro | han paura della Morte.”

Pierre Pascal (poeta) (1909–1990) poeta, scrittore e iranista francese

Origine: In morte di un samurai, La voce dell'idea, p. 146

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“Il leone e il vitello giaceranno insieme ma il vitello non dormirà molto.”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

2004
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“Quando ho visto il mio primo film, Amores Perros, a Cannes, ho pianto come un vitello.”

Gael García Bernal (1978) attore messicano

2013
Origine: Citato in Arianna Finos, Gael Garcia Bernal, «Nudo con le mie idee» http://www.grazia.it/stile-di-vita/interviste/gael-garcia-bernal-nudo-con-le-mie-idee, Grazia.it, 3 maggio 2013.

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“[Una fata colmerà d'oro i recipienti degli alpigiani, a condizione che neppure una goccia sia rovesciata a terra. Sul tavolo vengono allineate le scodelle. ] Una dopo l'altra la donna le riempie: l'oro liquido si travasa senza rumore dal secchio alle ciotole, spandendo nell'aria una luce intensissima.
Un giovanottone aitante, guardando le bianche mani affusolate della fanciulla sente la voglia di toccarle ma non osa perché non è solo. Che gli importa dell'oro? La ragazza gli piace e, superata l'emozione della sorpresa, la segue con gli occhi in ogni movimento, estasiato.
«Non avete altri recipienti?»-
Sì che ce ne sono. Ed ecco catini mastelli pentole e più versa oro, più il secchio si palesa inesauribile.
«Ora me ne vado» dice quando li ha colmati.
«Aspetta!» la invita il ragazzone. Non vuole che parta così, da sola, senza ascoltarlo. Desidera accompagnarla, almeno sino al lago.
La perfetta creatura dei monti muove un passo verso l'uscio.
«Aspetta!» ripete il giovanottone e nell'orgasmo, alzandosi, urta con il ginocchio contro la gamba della tavola.
Dalle scodelle l'oro liquido trabocca colando per terra. Con la rapidità del baleno la donna bianca scompare: sul desco grezzo di larice rimangono pentole catini e mastelli vuoti.”

Aurelio Garobbio (1905–1992) giornalista svizzero

da Il secchio inesauribile, p. 130-132; in Il meraviglioso, Leggende, fiabe e favole ticinesi, pp. 260-261
Leggende delle Alpi Lepontine e dei Grigioni

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