“[…] il vero infelice è quello che in mancanza di oggetti reali corre appresso a fantasmi da lui stesso creati, chimere ippogrifi sirene; l'ambizioso, lo sciagurato, o quello che li riassume tutti, il Don Giovanni, accecato dalla grazia della creatura.
Questa grazia esiste, è una cosa reale, innegabile; ma l'attrazione che spesso esercita su di noi è dovuta appunto alla lontananza, alla percezione del «non-io». Infatti nessuno soggiace al proprio fascino, o, se il caso di Narciso può veramente attuarsi, è quando l'individuo si accorge con immediatezza del singolare fatto, celato ai più, che non si può possedere pienamente nemmeno se stessi.”

—  Henry Furst

da Muriel, p. 112
Donne Americane

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
Henry Furst photo
Henry Furst 14
giornalista, scrittore e regista teatrale statunitense 1893–1967

Citazioni simili

Giorgio La Pira photo
Charles Péguy photo
Plinio Corrêa de Oliveira photo
Gabriele d'Annunzio photo

“Nessuna cosa mi fu aliena, nessuna mi sarà! […] Laudata sii Diversità delle creature, sirena del mondo!”

Gabriele d'Annunzio (1863–1938) scrittore, poeta e drammaturgo italiano

cap. I

Walt Whitman photo
Alexander Sergejevič Puškin photo

“Donn'Anna: Chi siete dunque?
Don Giovanni: Un'infelice, vittima di una passione disperata.”

Alexander Sergejevič Puškin (1799–1837) poeta, saggista, scrittore e drammaturgo russo

scena III
Il Convitato di Pietra
Variante: Donn'Anna': Chi siete dunque?
'Don Giovanni': Un'infelice, vittima di una passione disperata.

Alexandr Alexandrovič Blok photo

“Non esiste vicinanza interiore ai Vostri pensieri più grande che la mia reale lontananza da Voi.”

Alexandr Alexandrovič Blok (1880–1921) poeta russo

Origine: La fidanzata di lillà. Lettere a Ljuba, p. 24

“Ogni cosa esiste grazie al vuoto che la circonda.”

Antonio Porchia (1885–1968) scrittore e aforista italiano

Voci

Stefano Benni photo
Tito Lívio photo

“Spesso, e soprattutto in guerra, le cose fittizie valgono quanto le cose reali e chi crede di poter far affidamento su qualche aiuto, proprio come se davvero ne disponesse, si salva grazie al morale che ricava dalla speranza e dalla voglia di osare.”

XXXIV, 12; 1997
[S]aepe vana pro veris, maxime in bello, valuisse et credentem se aliquid auxilii habere, perinde atque haberet, ipsa fiducia et sperando atque audendo servatum.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL

Argomenti correlati