“Nelle notti d’inverno, mentre faceva cuocere la minestra nel camino, soffriva la nostalgia del caldo
del suo retrobottega, il ronzio del sole nei mandorli polverosi, il fischio del treno nel sopore
della siesta, proprio come a Macondo soffriva la nostalgia della minestra invernale nel camino,
del richiamo del venditore di caffè e delle lodole fugaci della primavera.
Stordito da due nostalgie opposte come due specchi, perse il suo meraviglioso senso della irrealtà,
e alla fine raccomandò a tutti che se ne andassero da Macondo, che dimenticassero tutto quello che lui
gli aveva insegnato del mondo e del cuore umano, che se ne fottessero di Orazio,
e che in qualsiasi luogo si fossero trovati si ricordassero sempre che il passato era menzogna,
che la memoria non aveva vie di ritorno, che qualsiasi primavera antica è irrecuperabile,
e che l’amore più sfrenato e tenace era in ogni modo una verità effimera.”

Ultimo aggiornamento 18 Gennaio 2019. Storia

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“Passa un treno che va via | di un colore nostalgia.”

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“Non è necessario immaginare che saranno il fuoco o il ghiaccio a por fine al mondo. Ci sono altre due possibilità: una è la burocrazia, l'altra la nostalgia.”

Frank Zappa (1940–1993) chitarrista, compositore e arrangiatore statunitense

citato in Selezione dal Reader's Digest, settembre 1997

“Passa un treno che va via | Di un colore nostalgia | Flying angel in the sky.”

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“In greco, «ritorno» si dice nóstos. Álgos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale: gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dall'impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. Il che, in inglese, si dice homesickness. O, in tedesco, Heimweh. In olandese: heimwee. Ma è una riduzione spaziale di questa grande nozione. Una delle più antiche lingue europee, l'islandese, distingue i due termini: söknudur: «nostalgia» in senso lato; e heimfra: «rimpianto della propria terra». Per questa nozione i cechi, accanto alla parola «nostalgia» presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: stesk, e un verbo tutto loro; la più commovente frase d'amore ceca: stýská se mi po tobě: «ho nostalgia di te»; «non posso sopportare il dolore della tua assenza». In spagnolo, añoranza viene dal verbo añorar («provare nostalgia»), che viene dal catalano enyorar, a sia volta derivato dal latino ignorare. Alla luce di questa etimologia, la nostalgia appare come la sofferenza dell'ignoranza.”

Origine: L'ignoranza, pp. 11 e 12

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“È un inverno che va via da noi, | allora come spieghi | questa maledetta nostalgia | di tremare come foglie e poi | di cadere al tappeto?”

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