Frasi di Vasilij Semënovič Grossman

“L’amicizia si fonda dunque sulla somiglianza, ma si manifesta nella diversità, nelle contraddizioni, nelle differenze. Nell’amicizia l’uomo cerca egoisticamente ciò che gli manca. E nell’amicizia tende a donare munificamente ciò che possiede.”

“Quante cose aveva visto la Russia nei mille anni della sua storia. Negli anni sovietici poi, aveva veduto formidabili vittorie militari, grandiosi cantieri, nuove città, dighe che sbarravano il corso del Dnepr e della Volga, un canale che univa i mari, e possenti trattori, e grattacieli… Una cosa sola la Russia non aveva visto in mille anni: la libertà.”

“Per un attimo la percezione della vita vissuta, della sua vita, le nascose il presente, l’orlo dell’abisso. Che strana sensazione! Non è possibile descriverla, non la si può condividere neanche con la persona amata, con mogli, madri, fratelli, figli, amici, padri, è un segreto del cuore, e il cuore – quand’anche lo volesse con tutte le sue forze – non lo rivelerà mai. L’uomo tiene per sé la percezione della propria vita, non la condivide con nessuno. Il miracolo di ogni uomo, di ogni singolo uomo – bontà, cattiveria, piacere, affetto, vergogna, pietà, timidezza, timore e stupore, tutto ciò che dall’infanzia alla vecchiaia si è depositato nella coscienza e nel subconscio –, si fonde, si riunisce nella percezione muta e segreta dell’unicità della vita umana.”

“Con l'assunzione di una decina e mezzo di parole, il grande popolo tedesco invase città e campagne dove era stanziato il grande popolo russo: milioni di donne di campagna, di vecchi e bambini, e milioni di soldati tedeschi comunicavano con parole come "matka, pan, ruki vverch, kurka, jajka, kaputt."”

“Pensava senza tregua e incessantemente alla madre. Pensava quello che non aveva mai pensato, a cui lo aveva costretto a pensare il fascismo: al fatto che lui e sua madre erano ebrei.”

“E questa notte mi sono immaginata con chiarezza che tutto questo mondo rumoroso di papà con la barba, indaffarati, di nonne brontolone, di mamme che fanno il pan pepato al miele e cuociono colli d'oca, questo mondo di usanze di nozze, di proverbi, di sabati di festa, se ne andrà per sempre sotto terra, e dopo la guerra la vita ricomincerà con i suoi rumori, e noi non ci saremo, saremo estinti come si sono estinti gli aztechi.”

“Ma qui ho visto che quelli che proclamano la liberazione della Russia dagli ebrei, si umiliano davanti ai tedeschi, si comportano come dei miserabili lacchè, pronti a vendere la patria per trenta denari d'argento. E questa gente miserabile che viene dai sobborghi, si impossessa degli appartamenti, di coperte, vestiti; simile gente, di certo, uccideva i medici all'epoca dei tumulti per il colera. E poi c'è la gente apatica, che dice di sì a ogni malvagità, perché non si supponga che sono in disaccordo col potere.”

“Sapete voi cosa c'è di più ripugnante nei confidenti e nei delatori? Quel che di cattivo c'è in loro, penserete voi. No! Il più terribile è ciò che v'è di buono in loro; la cosa più triste è che sono pieni di dignità, che sono gente virtuosa. […] Questo appunto è il terribile: molto, molto di buono v'è in loro, nella loro stoffa umana. Chi sottoporre a processo, allora? La natura dell'uomo! È lei, lei a generare questi cumuli di menzogna, di abiezione, di vigliaccheria, di debolezza. Ma è pur sempre lei a generare anche le cose belle, buone e pure.”

“La storia dell'umanità è la storia della sua libertà. La crescita della potenza dell'uomo si esprime innanzi tutto nella crescita della libertà. La libertà non è necessità diventata coscienza, come pensava Engels. La libertà è diametralmente opposta alla necessità, la libertà è la necessità superata. Il progresso è essenzialmente progresso della libertà umana. Giacché la vita stessa è libertà, l'evoluzione della vita è evoluzione della libertà. Lo sviluppo russo ha mostrato una sua strana essenza: si trasforma in sviluppo della non-libertà.”

“Diciamo allora che nei suoi rapporti personali — pernottando in casa di amici, passeggiando con loro, prestando aiuto ai compagni — Lenin si dimostrava sempre delicato, mite, cortese. E contemporaneamente egli mostrava sempre durezza, asprezza, villania verso i suoi avversari politici. Mai egli ammise che, sia pure parzialmente, gli avversari potessero avere ragione, che, sia pure parzialmente, egli avesse torto.”

“Sì, tutto scorre, tutto muta, impossibile salire sullo stesso, immutabile convoglio.”

“Good men and bad men alike are capable of weakness. The difference is simply that a bad man will be proud all his life of one good deed - while an honest man is hardly aware of his good acts, but remembers a single sin for years on end.”

“Why should we add your book to the atomic weapons arrayed against us by our enemies. Publication of your book would help our enemies.”

“In the cruel and terrible time in which our generation has been condemned to live on this earth, we must never make peace with evil. We must never become indifferent to others or undemanding of ourselves.”

“And the greatest tragedy of our age is we don't listen to our consciences. We don't say what we think. We feel one thing and do another.”

“Ivan tells Anna: "I used to imagine that being embraced by a woman… as something so wonderful that it would make me forget everthing… [But] happiness, it turns out, will be to share with you the burden I can't share with anyone else.”

“In great hearts the cruelty of life gives birth to good.”

“There are people whose souls have just withered, people who are willing to go along with anything evil - anything so as not to be suspected of disagreeing with whoever is in power.”

“I don't believe in your "Good". I believe in human kindness.”

“I have not read your novel but I have carefully read the reviews of your manuscript, responses to it, which contain many excerpts from your novel. Look how many quotes from them I have written down.”

“Our Soviet writer must be guided in his world only by the need of the people, useful for the society.”

“National Socialism had created a new type of political criminals: criminals who had not committed a crime.”

“It is impossible to publish your book, and it will not be published in the next 200 years.”

“You know what enormous harm we have been dealt by the publication of Pasternak’s Doctor Zhivago. Everybody who has read your book, everybody who has seen the reviews are convinced that the potential harm from your “Life and Fate” would be far more dangerous than that of Doctor Zhivago.”

“Your book contains direct analogies between us and the Hitlerite fascists. You book incorrectly describes our people, communists. Could we have won the war with the kind of people you describe? In your book you say positive things about religion, God, Catholicism. Your book defends Trotsky. You book is full of doubts about the legitimacy of our Soviet system.”

“The more difficult a man's life had been before the camp, the more furiously he lied. This lie had no practical purpose; it served simply to glorify freedom. How could a man be unhappy outside the camp?”

“We should not underestimate the harm it would bring should it be published.”

“You believe that we have violated the principle of freedom in your case. Yes, this is so if one understands freedom in the bourgeois sense of the term. But we have a different conception of freedom. Our understanding of freedom is not identical to the one in the capitalist world—as the right to do anything without taking into account the interests of society. Only the imperialists and millionaires need this kind of freedom.”

“Everyone who has read your book are unanimous in their judgment. They all think it is politically harmful for us. There is no point in giving it for an evaluation to the writers Fedin, Leonov, Ehrenburg, etc. The reviewers could have made a mistake in their aesthetic judgment but they were unanimous in their political judgment, and I have no doubt that their political judgment is absolutely correct.”

“We would only multiply the number of victims. Our duty is to strengthen the state and defend the people, why, then, should we publish your book.”

“We are restoring the Leninist norms of democracy. But Leninist norms are not the same as the bourgeois norms of democracy. You know yourself: when Gorky—affected by traumatic impressions, deprivation, hunger and housing difficulties in the first years after October—abandoned his revolutionary position, Lenin did not hesitate to close down his newspaper Novaia zhizn’.”

“No, we have not destroyed it. Let it sit. We cannot change its fate.”