“Gli uomini confusamente sentono che c'è un canto dietro la scena della loro vita stessa… perché ci sono momenti in cui effettivamente par che alle nostre parole, alle nostre azioni un'eco si risvegli nel grembo dell'invisibile mondo. E la via a quell'invisibile mondo? Si potrebbe rispondere con Mefistofele: Kein Weg! Ins Unbetretene.. Nessuna via all'incorporea solitudine che è la matrice di tutte le immagini e di tutti i destini degli uomini. Inaccessibili sono le formidabili madri, quali le immagina Goethe, ma talora con una casuale parola messa in bocca a qualcuno presso di noi, con la frase di un libro che cade sotto i nostri occhi, esse ci attestano la loro presenza; e appunto perché carica di tutto il peso di tale presenza, quella parola, frase, frammento del nostro archetipo, falsariga del nostro destino, ci fa trasalire.”

—  Mario Praz

Origine: Da Voce dietro la scena, Adelphi, Milano, 1980, p. 396.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 22 Maggio 2020. Storia
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Mario Praz 106
critico d'arte, critico letterario e saggista italiano 1896–1982

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“Accade talvolta che, mentre si legge, si sentono pronunziare, da persona che si trova nella stanza, precisamente le stesse parole sulle quali i nostri occhi si posano in quel punto della pagina. Spesso si tratta delle più semplici parole, e non facciamo più caso che d'una curiosa coincidenza tra fatti senza rapporto alcuno tra loro. V'è tuttavia qualcosa di preternaturale in questa che sembra come l'eco udibile di parole mute, quasiché ci sorprendessimo a ripetere con voce non nostra ciò che leggiamo, o che l'altra persona nella stanza pronunziasse per telepatia il nostro testo. Non ci sfugge il carattere strano di queste coincidenze, che per lo meno ci danno un piccolo brivido di sorpresa come la gherminella d'un prestigiatore che, ad esempio, ti fa ritrovare in tasca l'oggetto veduto un attimo prima sul tavolino. Altre volte la coincidenza è più profonda, e veramente ci fa trasalire. Havelock Ellis racconta nella sua Vita come, mentre assisteva la madre ammalata, s'era preso da leggere per la prima volta Peer Gynt di Ibsen; e proprio la mattina che leggeva la scena in cui Peer Gynt è al capezzale di mamma Aase morente, udì dal letto presso cui stava un suono di respiro penoso: quello della propria madre che entrava in agonia. […] Quell'improvvisa rima tra due fatti in apparenza slegati, quella strana cadenza in cui essi combaciano e si fondono quasi, par suggerire un'identità segreta, alzare per un momento il velo d'un mondo metafisico di cui ordinariamente ignoriamo l'esistenza […], perché ci sono momenti in cui effettivamente par che alle nostre parole, alle nostre azioni un'eco si risvegli nel grembo dell'invisibile mondo.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: Citato in La lingua, la parola e la scrittura http://www.ildialogo.org/filosofia/documenti_1279749889.htm, a cura di Federico La Sala, ildialogo.org, 22 luglio 2010.
Origine: Il patto col serpente, p. 82

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“Tenebra | farsi incorporei | L'aria lambiva - un'ellisse - | la via dei dolori -.”

Nelly Sachs (1891–1970) poetessa e scrittrice tedesca

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