“Fin dai primordi del nostro Pontificato rivolgemmo la massima cura all'istruzione religiosa del popolo cristiano e in particolare dei fanciulli, persuasi che gran parte dei mali che affliggono la Chiesa provengono dall'ignoranza della sua dottrina e delle sue leggi. I nemici di essa le condannano bestemmiando ciò che ignorano, e molti de' suoi figli, mal conoscendole, vivono come se tali non fossero. Perciò insistemmo spesso sulla somma necessità dell'insegnamento catechistico, e lo promuovemmo da per tutto, secondo il nostro potere, sia con le Lettere Encicliche Acerbo nimis e con le disposizioni riguardanti i catechismi nelle parrocchie, sia con le approvazioni e con gli incoraggiamenti ai congressi catechistici e alle scuole di Religione, sia con l'introdurre qui in Roma il testo del Catechismo usato da tempo in alcune grandi provincie ecclesiastiche d'Italia.”
Lettera al Card. Pietro Respighi, dal Vaticano, 18 ottobre 1912
Argomenti
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257° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica 1835–1914Citazioni simili
Origine: Scuola e carattere, p. 63

discorso al Congresso nazionale della Fnism, Federazione nazionale insegnanti scuole medie, 1907, da Scuola e filosofia, R. Sandron, 1908; citato in Mario A. Manacorda, Scuola pubblica o privata?, Editori Riuniti, Roma, 1999, p. 36

in prefazione, p. III
Degl'istituti di pubblica carità ed istruzione primaria e delle prigioni in Roma