“Spesso, nelle lunghe ore di tetra solitudine, in cui lo gittava la sua folle avarizia, tra le tombe che egli aveva scavate intorno a sé, il suo pensiero si arrestava talvolta sopra una cara immagine. Ricorderanno i lettori che quando i due spietati fratelli Tobia ed Angelo afferravano per la lunga chioma la disgraziata sorella per abtterla, il vecchio si mostrava sotto l'uscio per spingere i figiuoli ad incrudelire su quella misera. Cecilia volgeva in tali incontri uno sguardo al padre per implorarne il patronicio o la commiserazione. Quello sguardo era rimasto scolpito nella misteriosa fantasia del vegliardo.”
Parte seconda, libro I, cap. XXXII, p. 629
Argomenti
arte , angelo , avarizia , cap. , chioma , disgraziato , fantasia , folle , fratello , immagine , incontro , lettore , libro , miseria , misero , non-lettore , padre , parte , pensiero , secondo , sguardo , solitudine , sorella , spietato , uscio , vecchio , vegliardoFrancesco Mastriani 45
scrittore italiano 1819–1891Citazioni simili

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Massime, Riflessioni morali

Origine: Storia della rivoluzione piemontese del 1821, p. 25

Origine: Aforismi sulle donne, sull'uomo e sull'amore, p. 19

Dovete abbandonare tutto. Non è una rinuncia fisica, lo capite: sarebbe facile. Quando cadono le vostre illusioni, finalmente siete in contatto con la realtà, e credetemi, non sarete mai più soli, mai più. La solitudine non si cura con la compagnia umana. La solitudine si cura attraverso il contatto con la realtà.
Messaggio per un'aquila che si crede pollo