“Una cupa sensazione di tormentosa, sconfinata solitudine e di distacco da ogni cosa si fece d'un tratto chiara all'animo suo. Non la bassezza delle sue effusioni sentimentali davanti a Il'jà Petrovič, e nemmeno la bassezza del trionfo riportato su di lui dal tenente, gli aveva cosí cambiato il cuore. Oh, che gli importava ora della propria abiezione, di tutte quelle vanità, dei tenenti, delle tedesche, delle cambiali, degli uffici di polizia, eccetera, eccetera! Se in quel momento lo avessero condannato anche a esser bruciato, neppure in tal caso egli si sarebbe mosso, e forse non avrebbe nemmeno ascoltato con attenzione la condanna. Gli succedeva qualcosa di affatto sconosciuto, di nuovo, di subitaneo e d'inaudito. […] E, cosa piú tormentosa di tutte, era quella piuttosto una sensazione che una consapevolezza, che un concetto; una sensazione immediata, la piú tormentosa di quante mai ne avesse fin allora provate nella sua vita.”
II, I; 1993, p. 126
Delitto e castigo
Argomenti
vita , abiezione , alloro , animo , attenzione , bassezza , bruciato , cambiale , caso , concetto , condanna , condannato , consapevolezza , cosa , cuore , distacco , effusione , essere , inaudito , momento , nuovo , polizia , sensazione , sentimentale , solitudine , tedesco , tenente , tratto , trionfo , ufficio , sconosciuto , ora , proprio , forseFëdor Dostoevskij 235
scrittore e filosofo russo 1821–1881Citazioni simili

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