“Rivoluzione e Rivolta non devono essere presi per sinonimi. La prima consiste in un rovesciamento dello stato di cose esistente, dello statuto dello Stato o della Società: essa è dunque un atto politico o sociale. La seconda, pur comportando inevitabilmente una trasformazione dell'ordine costituito, non ha in questa trasformazione il suo punto di partenza. Essa deriva dal fatto che gli uomini sono scontenti di se stessi e di ciò che li circonda. Essa non è una levata di scudi, ma un sollevamento di individui, una ribellione che non si preoccupa assolutamente delle istituzioni che potrà produrre. La rivoluzione ha come obiettivo delle nuove istituzioni. La rivolta ci porta a non lasciarci più amministrare ma ad amministrare da soli. La rivolta non attende le meraviglie delle istituzioni future. Essa è una lotta contro ciò che esiste. Una volta riuscita, ciò che esiste crolla da solo. Essa non fa che liberare il mio Me dallo stato di cose esistente, il quale, dal momento in cui me ne congedo, viene meno e cade in putrefazione!”

—  Max Stirner

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Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Il comunismo è la trasformazione secondo giustizia della società.”

Enrico Berlinguer (1922–1984) politico italiano

da Tribuna politica, 7 febbraio 1980
Senza data

“Il dispotismo naturale dell'evidenza conduce con sé il dispotismo sociale: l'ordine essenziale di ogni società è un ordine evidente; e poiché l'evidenza ha sempre la stessa autorità, non è possibile che l'evidenza di questo ordine sia manifesta e pubblica senza che essa governi dispoticamente.
Se è incontestabile che noi siamo organizzati per conoscere l'evidenza e lasciarci governare da essa; se è incontestabile che l'ordine essenziale di ogni società è un ordine evidente, risulta da queste due proposizioni che è nelle finalità della natura che il governo sociale sia un governo dispotico, e che l'uomo, in quanto è destinato a vivere in società, è destinato a vivere sotto il dispotismo. […] il dispotismo legale, che non è altra cosa se non la forza naturale e irresistibile dell'evidenza, e che per conseguenza assicura alla società l'osservanza fedele e costante del suo ordine essenziale, del suo ordine più vantaggioso, è per essa la migliore forma di governo possibile e lo Stato più perfetto che possa desiderare. […] Questa verità sarà per noi un'ulteriore prova che nell'ordine tutto si tiene; che la felicità particolare di ciascun individuo è legata alla felicità generale; che il migliore stato possibile dei sudditi diviene necessariamente il migliore stato possibile dei sovrani.”

Pierre-Paul Lemercier de La Rivière (1719–1801) economista francese

da Ordre naturel et essentiel des sociétés politiques, cap. XXII; in Miglio 2001, pp. 163 sg.
Citazioni di Pierre-Paul Lemercier de la Riviére

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“Nell'affrontare il problema capitale della trasformazione psicologica dello spettatore televisivo Giovanni Paolo II vede in essa un potenziale di comunicazione spirituale.”

Derrick de Kerckhove (1944) filosofo, sociologo e accademico belga

citato da Giancarlo Bosetti in introduzione a Karl R. Popper e John Condry, Cattiva maestra televisione, traduzioni di Marina Astrologo e Claudia Di Giorio, CDE, 1996

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