11, pp. 309-311
Citato in Giamblico, Summa pitagorica
“Mi dicevo che è vano sperare, per Atene e per Roma, quell'eternità che non è accordata né gli uomini né alle cose, e che i più saggi tra noi negano persino agli dèi. […]
«Natura deficit, fortuna mutatur, deus omnia cernit.» La natura ci tradisce, la fortuna muta, un dio dall'alto guarda ogni cosa. […]
Là dove un tessitore rattopperebbe la sua tela, dove un calcolatore correggerebbe i suoi errori, dove l'artista ritoccherebbe il suo capolavoro ancora imperfetto o appena danneggiato, la natura preferisce ricominciare dall'argilla, dal caos; e questo sperpero è ciò che si chiama l'«ordine delle cose.»”
V, 3: pp. 227–9
Memorie di Adriano
Argomenti
deficit , tessitore , uomini , alto , dio , errore , artista , imperfetto , fortuna , telaio , guardia , vano , caos , cosa , ordine , danneggiato , deus , ancora , capolavoro , natura , calcolatore , ateneo , argillaMarguerite Yourcenar 135
scrittrice francese 1903–1987Citazioni simili
frammento 4
Frammenti di alcune opere, Antologie
“Sarebbe assolutamente vano sperare che la rivoluzione possa rigenerare la natura umana.”
in prefazione da Le bravure del capitano Spavento, Giacomo Antonio Somasco, 1609
“Il suo Dio è il Dio del filosofo, la natura di Spinoza, da lui stesso definita: Deus in rebus.”
La distinzione dei due lumi, della natura umana e della grazia superinfusa, della ragione e della fede, della filosofia e della teologia era antica; e può dirsi uno dei luoghi comuni della Scolastica. Ma in Bruno, che scalza la trascendenza su cui si fondava quella filosofia medievale che poteva servire la teologia; in Galileo, che distrugge il geocentrismo così congruo con le imperfette idee teistiche e teologiche che il Cristianesimo aveva ereditate dal Vecchio Testamento e dalla filosofia aristotelica, la distinzione acquista valore profondamente diverso; e delle due verità, l'una della ragione e l'altra della fede, Bruno filosofo ne riconosce una sola, la prima.
Giordano Bruno
“Nel cosmo, quanto liga è Dio, Demone, Animo, Natura, Sorte e Fortuna, e, per ultimo, Fato.”
art. 1, 2000, p. 95
“Né la vita né la fortuna sono offerte agli uomini per sempre!”
Nec vita nec fortuna hominibus perpes est.
Ne la vita né la fortuna sono date per sempre agli uomini.
Sententiae