“La prima proposta del V-day, il divieto di candidare alle elezioni condannati in primo grado, oltre che incostituzionale, ove interessasse, rappresenta una resa avvilente della democrazia. In una democrazia non c'è bisogno di leggi per impedire ai criminali di essere eletti. Dovrebbe bastare la libera volontà del popolo. Una volta denunciata dai media la presenza di venticinque condannati in via definitiva in parlamento e di due pregiudicati, la parola spetta al giudizio di lettori ed elettori. Se gli italiani continuano a eleggere certa gente, la colpa non può essere sempre dei partiti. Il limite del secondo mandato è un'altra ricetta facile quanto inutile, se non cambia il costume etico, il seggio tolto all'originale andrebbe ai figli, nipoti e portaborse del medesimo, con dubbio vantaggio.”
da la Repubblica del 17 settembre 2007
Argomenti
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giornalista e scrittore italiano 1959Citazioni simili

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(1864–1910) scrittore e aforista francese
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Diario 1887-1910