“Non capivo più i tedeschi!
Ma non ero forse un tedesco anch'io? Certo lo ero; e non per la lingua soltanto. La cultura tedesca aveva formato la mia visione cosmica, la mia individualità spirituale, o quanto meno l'aveva influenzata in modo decisivo. Una casa paterna come la mia, un'infanzia sotto il segno dei Novalis, Hölderlin, George; come potevo essere estraneo allo spirito tedesco?
O forse appunto ci si sentiva troppo parente, troppo intimamente legato al grande e nobile spirito germanico per poter aderire ora alla sua falsificazione, al suo avvilimento; forse si era talmente di casa nella sfera di un germanesimo europeo e universale, che ci si doveva sentire dei senzapatria nel paese in cui il pensiero universale era stato ridotto a un sogno di mondiale assoggettamento ( da La scritta sul muro”
1930–1932), pp. 223-224
La svolta
Argomenti
tedesco , spirito , falsificazione , avvilimento , germanico , sfera , format , parente , formato , ridotto , muro , infanzia , estraneo , mondiale , nobile , appunto , segno , visione , europeo , lingua , sogno , cultura , scritta , paese , pensiero , potere , meno , modo , stato , grande , essere , casa , ora , legato , forse , individualitàKlaus Mann 15
scrittore tedesco 1906–1949Citazioni simili

“Non sono tedesco né europeo, forse neppure un essere umano, ma un ebreo.”
Origine: A Vasilij Kandinskij; citato in Enzo Biagi, 1935 e dintorni, Mondadori, Milano, 1982, p. 182.

“Dove ci sono io, c'è la cultura tedesca.”
dalla conferenza stampa al suo arrivo negli Stati Uniti, 1938; citato in Riemen, prologo a Steiner 2006, p. 15

“Vi è forse, nel tener duro contro di me, un'indicazione americana e tedesca?”
Ultimi scritti

“Tedeschi sono come tedeschi, montenegrini come montenegrini.”