Frasi su continenza

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema continenza, vita, essere, ragione.

Frasi su continenza

Ernest Hemingway photo
Gregorio Nazianzeno photo
Patañjali photo
Ernst Jünger photo

“In un'orgia furiosa l'uomo vero si ricompensa della sua continenza. I suoi istinti troppo a lungo repressi dalla società e dalle sue leggi ridiventano l'essenziale, la cosa santa e la ragione suprema. (da Der Kampf als inneres Erlebnis, p. 30”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

Origine: Citato in Roger Caillois, La vertigine della guerra, traduzione di Mauro Pennasilico, Edizioni Lavoro, Roma 1990

Papa Paolo VI photo
Giordano Bruno photo
Karl Raimund Popper photo

“La storia dell'evoluzione suggerisce che l'universo non abbia mai smesso di essere creativo o «inventivo.»”

Karl Raimund Popper (1902–1994) filosofo austriaco

da Karl Popper, John C. Eccles, L'io e il suo cervello, a cura di Barbara Continenza, traduzione di Giuseppe Mininni, Armando Editore, 2001

Lev Nikolajevič Tolstoj photo

“Tutto, la vita povera, la continenza, il lavoro, perfino l'umiltà, tutto questo serve solo se insegna a saper vivere con la gente, vivere, cioè amarla.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

7 dicembre 1888, p. 299

Mahátma Gándhí photo

“Devo confessare che è impossibile osservare la legge della continenza senza una viva fede in Dio, che è Verità vivente.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

Origine: Il mio credo, il mio pensiero, p. 277

Agostino d'Ippona photo
Luigi Pulci photo

“All'uom la continenzia | sta bene insin nel bosco.”

Luigi Pulci (1432–1484) poeta italiano

Le frottole

Porfírio photo
Robert Musil photo
Pierre-Jean Grosley photo

“Non ho soggiornato abbastanza a Napoli, per essere istruito a fondo sulla vita, sia privata sia di società che vi si conduce. So solo che vi si dorme più che in qualsiasi altro paese dell'Italia; che vi si consuma una quantità prodigiosa di cioccolato che ogni privato fa preparare a casa sua nella dose che più preferisce; che le conversazioni o riunioni generali sono nel tono di quelle delle altre città d'Italia; che nelle cerchie private il parlare è alla greca, cioè, molto allegro ed estremamente libero; che la galanteria è tanto comune e poco discreta nei primi ranghi, quanto rara e misteriosa nella borghesia; che, a seguirla nel popolo, gli estremi si toccano; che la continenza, in generale, a Napoli è la virtù meno comune; che l'amore, che altrove spesso non è che apparenza, fatuità, fantasia, è uno dei più urgenti bisogni; infine che il Vesuvio, che comanda questa città, è l'emblema più esatto sotto cui da questo punto di vista la si possa rappresentare.
Altri bisogni, che la polizia ed un certo pudore altrove, soprattutto nelle grandi città, reprimono, a Napoli sono al di sopra di tutte le leggi. Lo zolfo, mescolato a tutti i vegetali e a tutti gli alimenti, l'uso continuo del cioccolato, dei liquori più forti, delle spezie che più riscaldano provocano esplosioni ed eruzioni che non sopportano né rinvio né cerimonie. I cortili dei palazzi e degli alberghi, i porticati delle case private, le loro scale e i loro pianerottoli sono altrettanti ricettacoli per le necessità di tutti i passanti. Anche chi va in carrozza scende per mescolarsi alla folla che cammina; chiunque si prende in casa d'altri la libertà che permette a casa sua.”

Pierre-Jean Grosley (1718–1785) storico e scrittore francese

Observations sur l'Italie et sur les Italiens, , vol. III