“L'avaro non dà volentieri nemmeno quello che gli avanza.”
1. La scimmia e la volpe
Favole, Appendice perottina
Gaio Giulio Fedro è stato uno scrittore romano, autore di celebri favole, attivo nel I secolo.
Fedro rappresenta una voce isolata della letteratura: riveste un ruolo poetico subalterno in quanto la favola non era considerata un genere letterario "alto" anche se possedeva un carattere pedagogico e un fine morale.
Wikipedia
“L'avaro non dà volentieri nemmeno quello che gli avanza.”
1. La scimmia e la volpe
Favole, Appendice perottina
“Gli umili ci rimettono quando i potenti si scontrano.”
30. Le rane che temono i combattimenti dei tori
Favole, Libro I
“Dell'amico è comune il nome, ma rara la fedeltà.”
Vulgare amici nomen sed rara est fides.
IX. Socrates ad Amicos
Favole, Libro III
“Non badare a sé e dare consigli agli altri è da sciocchi.”
Sibi non cavere et aliis consilium dare stultum esse […].
IX. Passer ad Leporem Consiliator
Favole, Libro I
1. Il lupo e l'agnello
Favole, Libro I
2. Le rane chiesero un re
Favole, Libro I
“Perde il proprio, e se lo merita, chi cerca di prendere l'altrui.”
Amittit merito proprium qui alienum adpetit.
IV. Canis per Fluvium Carnem Ferens
Favole, Libro I
“Chi si è fatto conoscere una volta per un inganno vergognoso, anche se dice la verità, perde il credito.”
Quicumque turpi fraude semel innotuit, etiam si verum dicit, amittit fidem.
X. Lupus et Vulpis Iudice Simio
Favole, Libro I
“Molto spesso, col cambiare del governo, per i poveri cambia solo il nome del padrone.”
In principatu commutando civium nil praeter domini nomen mutant pauperes.
15. L'asino e il vecchio pastore
“Chi perde il prestigio di un tempo, nella sua caduta rovinosa è schernito anche dai vili.”
21. Il vecchio leone, il cinghiale, il toro e l'asino
Favole, Libro I
“Chi non ha possibilità e vuole imitare il potente, finisce male.”
Inops, potentem dum vult imitari, perit.
XXIV. Rana Rupta et Bos
Favole, Libro I
“Gli avidi sono ricchi e poveri i modesti.”
1. Il giovenco, il leone e il predatore
Favole, Libro II
“C'è a Roma una genia di faccendoni, sempre in giro di corsa, piena di fretta, indaffarata senza vere occupazioni, affannata senza pro, fa mille cose e non ne fa nessuna, dannosa a se stessa e insopportabile agli altri.”
Est ardalionum quaedam Romae natio, trepide concursans, occupata in otio, gratis anhelans, multa agendo nil agens, sibi molesta et aliis odiosissima.
V. Tib. Caesar ad Atriensem
Favole, Libro II
“La povertà mette l'uomo al sicuro; le grandi ricchezze sono esposte ai pericoli.”
Tuta est hominum tenuitas, magnae periclo sunt opes obnoxiae.
VII. Muli Duo et Latrones
Favole, Libro II
“La schiavitù, sempre soggetta al potere, poiché non osava dire quello che voleva, trasferì i propri sentimenti in favolette, e inventando storielle scherzose, evitò di essere falsamente incriminata.”
Seruitus obnoxia, quia quae uolebat non audebat dicere, affectus proprios in fabellas transtulit, calumniamque fictis elusit iocis.
Prologus
Favole, Libro III
“Di solito l'offeso ripaga con la stessa moneta.”
Solet a despectis par referri gratia.
II. Panthera et Pastores
Favole, Libro III
“Si può deridere a ragione chi non vale nulla e pronuncia vane minacce.”
[…] derideri […] merito potest qui sine virtute vanas exercet minas.
VI. Musca et Mula
Favole, Libro III
“Così, di tanto in tanto, devi lasciare svagare la mente, perché torni a te più pronta quando occorre pensare.”
Sic lusus animo debent aliquando dari, ad cogitandum melior ut redeat tibi.
XIV. De Lusu et Seueritate
Favole, Libro III
“Chi non si adatta a vivere rispettando gli altri, per lo più paga il fio della propria arroganza.”
Humanitati qui se non accommodat plerumque poenas oppetit superbiae.
XVI. Cicada et Noctua
Favole, Libro III
“Non pretendere quello che non ti è stato dato, perché la speranza delusa non si trasformi in lamentela.”
Noli adfectare quod tibi non est datum, delusa ne spes ad querelam reccidat.
XVIII. Pauo ad Iunonem de uoce sua
Favole, Libro III
“La temerità per pochi risulta un vantaggio, per molti un male.”
4. L'orzo dell'asino e del porcello
Favole, Libro V
“Things are not always what they seem.”
Non semper ea sunt quae videntur.
Book IV, fable 2, line 5.
Fables
“Submit to the present evil, lest a greater one befall you.”
Book I, fable 2, line 31.
Fables
“No one returns with good-will to the place which has done him a mischief.”
Book I, fable 18, line 1.
Fables
“He who covets what belongs to another deservedly loses his own.”
Book I, fable 4, line 1.
Fables
“A learned man always has riches within himself.”
Homo doctus in se semper divitias habet.
Book VI, fable 22, line 1
Fables
“Once lost, Jupiter himself cannot bring back opportunity.”
Book V, fable 7, line 4.
Fables
“Every one is bound to bear patiently the results of his own example.”
Book I, fable 26, line 12.
Fables