Lev Nikolajevič Tolstoj: Frasi popolari (pagina 4)

Frasi popolari di Lev Nikolajevič Tolstoj · Leggi le ultime citazioni e frasi celebri nella raccolta
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“Una delle più penose condizioni per i gelosi (e gelosi sono tutti nella nostra vita di società) è trovarsi costretti a quelle relazioni mondane che mettono in una grande e pericolosa intimità gli uomini e le donne. Bisogna diventar ridicoli oppure permettere l'intimità nei balli, l'intimità tra i medici e le loro clienti, l'intimità con gli artisti, i pittori e specialmente i musicisti. Le persone si occupano insieme della più nobile tra le arti, la musica: perciò è necessaria quella tale intimità, e quell'intimità non ha nulla di biasimevole: soltanto un marito scioccamente geloso può vedervi qualcosa di male. E intanto tutti sanno che proprio a mezzo di occupazioni, e specialmente della musica, avviene la maggior parte degli adultèri nel nostro mondo. Evidentemente li avevo messi nella medesima situazione penosa nella quale mi trovavo io: per un pezzo non mi riuscì di dir nulla. Ero come una bottiglia capovolta dalla quale l'acqua non esce perché è troppo piena. Volevo ingiuriarlo, scacciarlo, ma invece sentivo che dovevo invece mostrarmi amabile e affettuoso con lui. E così feci. Finsi di approvare tutto, per quello stesso strano sentimento che mi obbligava a rivolgermi a lui con tanta maggiore gentilezza quanto più la sua presenza mi era penosa. Gli dissi che mi affidavo al suo gusto e consigliai lo stesso a mia moglie. Egli rimase ancora un poco, quanto bastava per cancellare la sgradevole impressione che aveva prodotto la mia subitanea entrata nella stanza, con quel viso stravolto e quel mio silenzio, e poi se ne andò, figurando di aver finalmente deciso quel che si dovesse suonare. Io ero interamente persuaso che a paragone di ciò che li preoccupava la questione dei pezzi da suonare era per loro senza alcuna importanza.”

cap. XXI, 1968

“Volevo il movimento, non un'esistenza quieta. Volevo l'emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla.”

fonte 25
Variante: Volevo il movimento, non un'esistenza quieta. Volevo l'emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla

“Vrònskij andò nella vettura dietro al capotreno e all'entrata dello scompartimento si fermò, per lasciare il passo a una signora che usciva.
Col tatto abituale dell'uomo di mondo, da una sola occhiata all'aspetto esteriore di questa signora Vrònskij giudicò in modo certo ch'ella apparteneva all'alta società. Egli si scusò e stava per andare nella vettura, ma provò la necessità di guardarla ancora una volta, non perché ella fosse molto bella, non per quell'eleganza e quella grazia modesta che si vedevano in tutta la sua persona, ma perché nell'espressione del volto leggiardo, quand'ella gli era passata vicino, c'era qualcosa di particolarmente carezzevole e tenero.
Quand'egli si volse a guardarla, ella pure voltò il capo. I scintillanti occhi grigi, che sembravan neri per le ciglia folte, si fermarono amichevolmente, con attenzione sul volto di lui, come se ella lo riconoscesse, e immediatamente si portarono sulla folla che passava, come cercando qualcuno. Vrònskij fece a tempo a notare l'animazione rattenuta che balenava sul volto di lei e svolazzava fra gli occhi scintillanti e il sorriso appena percettibile, che incurvava le sue labbra vermiglie. Come se un'abbondanza di qualcosa colmasse talmente il suo essere, da esprimersi all'infuori della sua volontà ora nello scintillio dello sguardo, ora nel sorriso. Ella aveva spento deliberatamente quella luce nei suoi occhi, ma essa splendeva suo malgrado nel sorriso appena percettibile.”

Anna Karenina