“Verrai a visitarmi in sogno ed io sarò felice: è dolce vedere i propri cari anche di notte, per il tempo che ci è concesso. Magari avessi la voce e il canto di Orfeo, per ammaliare la figlia di Demetra o il suo sposo e così portarti via dall'Ade. Scenderei tra le ombre, e né il cane di Plutone né Caronte, il nocchiero delle anime potrebbero impedirmi di restituirti alla luce. Ma così come stanno le cose, aspettami, finchè non giunga il mio ultimo giorno: prepara la dimora, dove tu ed io abiteremo insieme. Ordinerò ai miei figli di depormi nella tua stessa bara di cedro, giaceremo fianco a fianco: neanche da morto voglio restar separato da te, l'unica persona a me fedele.”
Alcestis
Argomenti
sposo , due-giorni , morto , dimora , luce , insieme , ultimo , fai-da-te , persone , fianco , nocchiero , cane , figlio , sogno , giorno , voce , tre-giorni , stesso , voglia , canto , notte , tempo , persona , plutonio , via , fedele , bara , proprio , dolceEuripide 53
tragediografo ateniese -480–-406 a.C.Citazioni simili

Origine: Il Dottor Semmelweis, pp. 64-65

Origine: Il vangelo secondo Gesù Cristo, p. 299

“Il sogno svanì così come svaniscono i sogni: senza avvisare né chiedere permesso.”
Q.P.G.A.

da una lettera del 20 dicembre 1820; citato in Giovanni Gambarin, Ateneo veneto, vol. 129, n.° 1-3, 1942, p. 9 http://www.archive.org/stream/ateneoveneto129veneuoft#page/8/mode/2up