“Il mio regno è grande come il mondo, perché non sono né italiano né francese né indiano né americano né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti i costumi, parlo tutte le lingue; […] Dunque capirete che non essendo di alcun paese, non domandando protezione, non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non un solo scrupolo che arresta i potenti, non un solo ostacolo che paralizza i deboli, può arrestarmi e paralizzarmi. Ho solo due avversari, non dico due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo. Il terzo, ed è il più terribile, sta nella mia condizione di mortale. Ciò solo può fermarmi nella strada che percorro, e prima che abbia conseguito lo scopo a cui miro; tutto il resto l'ho calcolato. Ciò che gli uomini chiamano capricci della fortuna, ossia la rovina, i cambiamenti, le eventualità, li ho previsti tutti, e se qualcuno può colpirmi, nessuno può rovesciarmi. A meno che non muoia, sarò sempre ciò che sono.”
The Count of Monte Cristo
Argomenti
terra , due-giorni , terra-terra , scopo , cambiamento , distanza , grande , terzo , rovina , ostacolo , arresto , mortale , vincitore , uomini , indiano , dio , scrupolo , spagnolo , visto , mondo , italiano , americano , regno , fortuna , meno , protezione , uomo , paese , previsto , potente , francese , tempo , tenace , avversario , tenacia , fratello , lingua , condizione , resto , debole , costume , strada , capriccio , eventualità , prima , direAlexandre Dumas (padre) 113
scrittore francese 1802–1870Citazioni simili

“Un solo dio, il più grande tra uomini e dei,
né per la figura né per i pensieri simile ai mortali.”
Frammenti di alcune opere, Sulla natura

“L'Italia di oggi è un Paese sazio, che non ha né grandi spinte né grandi speranze.”
Dall'intervista delle Iene http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/35155/lucci-enzo-biagi.html (2002)

“Non sono né il diavolo né il medico a guarire, ma solo Dio attraverso la medicina.”
Origine: Da La grande chirurgia, volume IX, pag. 333.