“Tutto ciò che ho scritto è in stretta relazione con ciò che ho vissuto intimamente – anche se non esteriormente. Ogni nuova opera, per me, ha avuto lo scopo di liberarmi e purificarmi lo spirito. Giacché non si è mai del tutto superiori alla società cui s'appartiene: vi si è sempre in qualche modo corresponsabili e correi. Perciò una volta ho preposto come dedica a un esemplare d'un mio libro questi versi:
Vivere: è pugnare con gli spiriti | mali del cuore e del pensiero. | Scrivere: è tenere severo | giudizio contro sé stessi.”
da una lettera del 16 giugno 1880
Argomenti
età , cuore , dedica , esemplare , giacca , giudizio , giugno , lettera , libro , modo , opera , operaio , pensiero , relazione , scopo , scritta , societa' , spirito , stretta , superiora , superiore , tenero , vissuto , vivero , voltaHenrik Ibsen 23
scrittore, drammaturgo e poeta norvegese 1828–1906Citazioni simili

1992, p. 97
Il libro dell'inquietudine
Note di estetica, p. 574
Bàrel

Variante: Da qualche parte ci deve essere una legge non scritta che dice: «Non lasciare che i tuoi figli diventino ciò che sono. Spezzagli lo spirito, prima che diventino adulti». Vogliono spezzarci lo spirito, e farci entrare dentro il loro fottuto Dio.

Origine: Da Colloqui sulla metafisica, la religione e la morte, San Paolo, 1999.