“Tanto, non ci è piú che un modo di governare; soprattutto dopo che un altro emissario dell'inferno se n'è venuto con quest'altro ritrovato, di distribuire ogni mattina a venti o trentamila associati un foglio dove si legge tutto quello che gli uomini dicono e pensano e i disegni dei governanti, e i timori de' governati. Se tale abuso continuasse che cosa potrebbesi piú fare in corte che non fosse poi riveduto, considerato, vagliato, criticato, giudicato? Il pubblico s'impaccerebbe di tutto, vorrebbe ficcare in tutto le sue zampe, rivedere i conti di depositeria, tener gli occhi aperti sull'alta polizia, e burlarsi della diplomazia. All'ultimo, la nazione farebbe camminare innanzi il governo, a mo' di cocchiere pagato per condurci non già dove e com'egli vuole, ma dove noi si ha voglia di andare, e per la strada che meglio ci accomoda: cosa orribile a solo pensarla, contraria al dritto divino ed alle capitolari”

Origine: Processo a un liberale (libelli), Lettera IX, pp. 33-34

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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